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Berardi: “Cresciuto nel mito di Peruzzi. All’Hellas solo momenti belli”

Le dichiarazioni dell’estremo difensore gialloblù, ospite della consueta rubrica ‘Distanti ma…comunicati’

Alessandro Berardi, portiere dell’Hellas Verona, ha parlato al canale mediatico gialloblù, Hellas Channel:

QUARANTENA.Sto abbastanza bene anche se mi manca lo spogliatoio e andare al campo con i compagni. Sto organizzando le giornate in maniera diversa. Ci alleniamo sempre e ho più tempo da trascorrere con la mia famiglia. Mia figlia ha tre anni e nonostante sia molto pacata ha bisogno di mille attenzioni: cerchiamo di farle fare più cose possibili per farle passare meglio questi giorni”.

ALLENAMENTI.Abbiamo un programma che il nostro team manager ci manda ogni giorno: ci permette di rimanere allenati il più possibile, anche se non è la stessa cosa di avere una struttura a disposizione. La mia giornata tipo: mi sveglio la mattina, mi alleno, sto con mia moglie e mia figlia, guardo serie tv. Questa quarantena mi ha aperto anche un po’ la mente: leggo di più e ho più tempo per me rispetto a prima“.

RUOLO DI PORTIERE. “Ho sempre voluto fare il portiere, sin da quando avevo 6-7 anni paravo i tiri che mi facevano i miei fratelli. Alla scuola calcio poi ho deciso subito di giocare in porta. Portiere ci sono nato”.

IL RITORNO A VERONA.Il direttore D’Amico insieme al preparatore dei portieri Massimo Cataldi e a Fabio Grosso con cui avevo lavorato a Bari, hanno deciso di riportarmi a Verona in un momento che non me lo aspettavo: è stata un’emozione ancora più grande poter tornare qui”.

IMPRESE. “La vittoria dei playoff dello scorso anno è arrivata in un momento in cui era difficile poterlo immaginare, ma ce l’abbiamo fatta. Quest’anno in pochi potevano pensare che saremmo riusciti ad arrivare in questa posizione di classifica, in questo momento della stagione. Significa che c’è un gruppo di qualità, di uomini che dal primo giorno di ritiro si è messo a disposizione e ha lavorato sempre tanto”.

SERIE A. “L’avevo disputata già 7 anni fa alla Lazio, ma questa ha tutto un altro sapore. La Serie A è un livello alto, molto fisica e quindi non puoi mai permetterti di abbassare il livello perché rischi di fare brutte figure”.

UOMO SPOGLIATOIO. “Le parole dei miei compagni fanno piacere. Credo che sia la testimonianza che ci sia bisogno di tutti i componenti della squadra per formare un gruppo forte, vincente e unito. Questo mi fa piacere”.

PORTIERE PAZZO.La media dei portieri un po’ svitati è alta. Credo che si possa definire così la categoria: la maggior parte un po’ pazzi lo sono”.

RAPPORTO CON RADUNOVIC E SILVESTRI. “Abbiamo creato un buon rapporto sin da subito, dai primi giorni di ritiro. Ci divertiamo sia dentro che fuori dal campo. Marco lo conosco già dallo scorso anno e si è creato subito un rapporto di amicizia: un portiere forte che anche quest’anno sta dimostrando il suo valore, perché sta facendo un grande campionato anche in Serie A”. 

MASSIMO CATALDI. “Un grande lavoratore: chi lo conosce sa con quanta intensità affronta ogni allenamento, come curi i dettagli: è maniacale su ogni situazione di gioco e su ogni fase di allenamento che andiamo a sviluppare. Credo che però ogni tanto ci potrebbe mollare un attimo e questo è un pensiero condiviso da tutti e tre i portieri”.

ESPERIENZA A VERONA. “All’Hellas solo momenti belli. Ho vinto due campionati e quest’anno stiamo avendo dei numeri incredibili. Se devo sceglierne tre di momenti dico il debutto nel 2013 a Livorno, la vittoria col Cittadella dello scorso anno e quella contro la Juventus: non capita a tutti di batterli, per di più nel modo in cui l’abbiamo fatto. È stato qualcosa di incredibile”.

IDOLI. “Sono cresciuto nel mito di Angelo Peruzzi, per me è sempre stato un riferimento. Ho avuto la fortuna e il piacere di conoscerlo a Formello, quando ho iniziato ad allenarmi con la Prima Squadra. Il portiere più forte di tutti i tempi però resta Buffon, perché è riuscito a mantenere per oltre vent’anni certi standard: non è paragonabile con altri”.

VITA SENZA CALCIO. “Avrei continuato gli studi e credo che mi sarei iscritto all’università, perché lo ritengo la cosa più giusta. Avendo intrapreso questa strada non ho mai approfondito questo tema. Questa quarantena mi sta facendo riflettere e sto valutando l’idea di iscrivermi all’università telematica”.

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