Le dichiarazioni del centrocampista portoghese tra emergenza coronavirus e futuro
Il centrocampista dell’Hellas Verona, Miguel Veloso, ha parlato a L’Arena:
“Dobbiamo allenarci, non capisco perché in un parco io posso andare a correre con Faraoni ma al nostro centro sportivo a Peschiera no. Ero pure squalificato e a Genova non sceso in campo. Ma al di là di questo la cosa che più mi preme è la mancanza di organizzazione, di cose precise. Perché non ci danno un limite? Perché non tirano fuori una data? Entro il giorno stabilito o si riprende…Il mio grande amico Pedro Pereira del Bristol, serie B inglese, si allena già con la squadra. Giocatori distribuiti su vari campi ad orari diversi. Il tutto ripartirà credo il 16 maggio. Una cosa che potremmo fare benissimo a Peschiera. Prima la salute, questa è una pandemia. Una situazione bruttissima. Medici e altri stanno facendo il massimo e poi tanti morti, troppi. Però devono dirci qualcosa per noi e per le nostre famiglie. Ora se siamo organizzati si può ripartire in sicurezza. Basta stabilire orari e corse individuali”.
QUARANTENA. “Tra libri, serie tv e tanto, tantissimo allenamento. Sono dimagrito, giuro. A volte mi è capitato di fare anche qualche esercizio alla sera per poi addormentarmi. E poi c’è la nostra chat tra giocatori, con il mister e tutto lo staff. Mi dispiace per Lazovic o Bocchetti che non possono ancora riabbracciare la propria famiglia, perché in un altro paese. Capisco che per loro è una prova molto dura”.
NESSUNO HA LASCIATO VERONA. “No, sono contento di ricevere questa domanda. Noi siamo rimasti tutti qui a Verona e ora vorremmo almeno poterci allenare, per un discorso di testa oltre che di gambe. E poi, una volta per tutte, che ci dicano se si gioca o non si gioca, almeno sappiamo che direzione prendere noi e la società”.
FUTURO. “Ne abbiamo parlato con D’Amico e la società prima che scoppiasse tutto. Io sarei ben disposto loro pure”.
JURIC. “Del suo futuro parlate con lui”.
TAGLIO STIPENDI. “Trovata la cura, sconfitto il virus e raggiunto l’accordo di ripartire o rimandare all’anno prossimo potremmo capire e valutare. Ma ora queste cose sono premature. Certo che viviamo la realtà di gente che ha perso parenti, lavoro e che non sa come andare avanti. È dura ma devono darci delle direttive. Rimettetici in moto”.
VERONA IN EUROPA. “Sarebbe bello si tratterebbe di un premio al nostro grande campionato. Per me e per altri miei compagni è stata una rivincita, mentre per i giovani il torneo della svolta. Chissà cosa decideranno. L’importante però è sapere ed avere un termine per chiudere o ripartire”.