Le dichiarazioni dell’ex attaccante gialloblù sul suo presente da svincolato e sulla sua esperienza all’Hellas
Daniele Cacia, ex attaccante dell’Hellas Verona attualmente svincolato, ha parlato al Corriere dello Sport. Queste alcune delle sue dichiarazioni:
NO SOCIAL E PROCURATORE. “Scelte di vita. Odio i social, sono la nostra rovina. Non ho il procuratore: ho deciso di farne a meno quando ho capito che non avrei più giocato in A. Credo che, essere consigliato da un buon agente, sia molto importante per un giovane calciatore. Io non ne ho più bisogno: se un club mi vuole, può telefonarmi. Nel calcio c’è troppa ipocrisia. E’ cosa risaputa, è un triste “morte tua, vita mia”.
CASSA INTEGRAZIONE PER I GIOCATORI. “Non sono d’accordo: è la serie A che deve aiutare economicamente le categorie inferiori”.
SERIE A. “Sono sempre arrivato nel posto giusto al momento sbagliato. Quando mi prese la Fiorentina ero reduce da un grave infortunio al malleolo: dovevo competere con Mutu, Osvaldo, Pazzini e Vieri, però feci gol al Rosenborg, in Coppa Uefa. A Lecce mi ruppi nuovamente il perone; a Verona trovai Luca Toni in stato di grazia e nel 4-3-3 di Mandorlini non c’era posto per me. Pensai di avercela fatta con il Bologna, dopo la promozione dalla Serie B nel 2015: Corvino mi mise fuori lista e me ne andai ad Ascoli”.
ALLENATORI. “Sicuramente Tedino, Iachini, Mandorlini, ma anche Diego Lopez e William Viali: i migliori sul piano umano. Con loro mai sarei andato allo scontro, neppure se mi avessero fatto qualche torto”.
Un GRAZIE grande come una casa è il minimo. Visto che i Tuoi Gol ci hanno portato in A ???????❤️