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Pessina: “Spero di poter tornare a vivere Verona. Juric e Gasp tra i più forti in circolazione”

Il centrocampista gialloblù si è raccontato durante una delle consuete “interviste 2.0” su Instagram

Continuano le “interviste 2.0” dei calciatori gialloblù: il protagonista di oggi è stato Matteo Pessina, il quale per una mezz’oretta si è concesso alle domande dei propri tifosi.

Da Juric all’ormai celebre anatra, ecco dunque le sue principali dichiarazioni.

LA QUARANTENA. «Sto bene, fortunatamente la salute c’è e quindi riesco ad allenarmi, ma anche a svolgere tante altre attività come studio e cucina che mi permettono di far passare più velocemente la giornata. Rimanere in forma? Fortunatamente ho sempre avuto una corporatura piuttosto asciutta e atletica, inoltre non sono goloso, quindi mi viene abbastanza facile mantenermi in buone condizioni fische».

L’ANATRA. «Ci siamo accorti della presenza di quest’anatra attorno al 20 di marzo: ha fatto il nido in un vaso sul terrazzo, e adesso ci sono una decina di uova che dovrebbero schiudersi a giorni!».

LA STAGIONE. «Neanch’io mi aspettavo una stagione così positiva, né a livello individuale che, soprattutto a livello di squadra. Aver dato un’identità così forte a questa squadra è sicuramente la cosa più bella e importante».

IL RUOLO. «A me piace ricoprire un po’ tutti i ruoli del centrocampo. Il bello del gioco di Juric è che comunque non ci limita: se uno gioca in mezzo può buttarsi in avanti se vede una bella occasione per segnare. Ciò è possibile perché il mister è uno molto meticoloso e ci spiega molto bene cosa dobbiamo fare».

MATTEO. «Sono un ragazzo molto solare, mi piace ridere con i compagni e fare spogliatoio, anche perché credo che solo con un gruppo affiatato si possano raggiungere grandi obiettivi. Sono poi una persona molto curiosa, pratico tanti sport e attività diverse: ultimamente ho anche iniziato a studiare l’arabo!».

I GOL. «Mi sono piaciuti molto tutti e tre i gol che ho segnato finora, anche se il primo (contro il Lecce, ndr) è quello che più ho sentito dentro: segnare un gol decisivo al debutto con la nuova maglia, peraltro dopo pochi minuti dal proprio ingresso in campo e in trasferta, è stato incredibile e inaspettato».

GLI IDOLI. «Mi sono sempre piaciuti i centrocampisti “all’inglese” come Gerrard e Lampard, ma ora guardo molto Toni Kroos, un giocatore in grado di unire eleganza, tecnica, e intelligenza tattica».

GASPERINI E JURIC. «Credo che Gasperini e Juric al momento siano due tra gli allenatori più forti in circolazione. Sanno imporre un’identità bel precisa alla propria squadra e lavorano molto bene sull’aspetto fisico e tattico: dove non arriva la qualità, può arrivare il fisico, ed è certamente più facile lavorare su quest’ultimo che sulla tecnica. Star loro dietro non è semplice, ma quando entri nella loro ottica continui a correre quasi senza accorgertene. Mi sento fortunato ad averli incontrati così giovane, perché mi hanno insegnato davvero molto».

VERONA CITTÀ. «Il centro di Verona mi è sempre piaciuto molto, c’è tantissima storia qui. Mi sento fortunato ad aver trovato casa dove volevo, e spero di poter presto tornare a godermi la città».

I COMPAGNI DI SQUADRA. «Verre è un giocatore straordinario, ha una tecnica sopraffina e un gran calcio. Veloso credo potrebbe fare l’allenatore, nessuno in spogliatoio è più tattico di lui: penso potrebbe allenare sin da subito. Con chi mi trovo meglio? Direi Zaccagni perché abbiamo avuto modo di conoscerci in ritiro e perché abbiamo molti interessi in comune, ma ho legato molto anche con Silvestri e Berardi: Ale è davvero l’anima dello spogliatoio!».

LA TIFOSERIA. «È difficile trovare qualcosa che non mi piaccia nella tifoseria del Verona: ho percepito il suo calore sin dalle prime partite. Non mi aspettavo un supporto simile, ma ora ho capito che questa è una delle migliori tifoserie d’Italia. Quando mi fermano per strada per farmi i complimenti mi sento davvero orgoglioso, perché vuol dire che chi ci segue ha visto l’impegno che mettiamo in campo per questa maglia e questa città!».

IL NUMERO DI MAGLIA. «Mi è sempre piaciuto il 32 perché l’hanno avuto grandi giocatori come Beckham. Quest’anno tuttavia l’ho preso più che altro perché era uno dei pochi numeri liberi, anche se devo dire che mi ha portato bene!».

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