Il procuratore veronese, raggiunto dai colleghi del Corriere di Verona, ha parlato di calciomercato ma non solo
La crisi derivante dal Coronavirus potrebbe avere effetti devastanti sul mondo del calcio, con tante società che potrebbero ritrovarsi a dover cercare di sopravvivere: a dirlo è Andrea D’Amico, procuratore veronese con alle spalle trent’anni di esperienza nel settore.
Di seguito, infatti, le principali dichiarazioni rilasciate dall’agente scaligero ai colleghi del Corriere di Verona.
CRISI PER TUTTI. «Questa emergenza porterà a un calo del valore di tutti i giocatori, ma di quanto lo sapremo solo più avanti: bisognerà valutare i singoli casi e il numero di club che si ritroveranno in difficoltà. Mancheranno parecchi incassi, quindi in primis bisognerà sopravvivere. In generale sarà comunque un mercato al ribasso».
L’HELLAS. «Mi auguro che, per come l’ha valorizzato, il Verona riesca ancora a trattare per Kumbulla sulla base di 25-30 milioni. Giocare d’anticipo su Amrabat e Rrahmani, alla fine, si è rivelata una scelta vincente. Se però si riprendesse questo campionato i loro contratti andrebbero modificati, perché in caso contrario da luglio non saranno più giocatori del Verona».
RIPARTIRE. «La priorità al momento è l’emergenza sanitaria: se si riuscisse a venirne fuori entro i primi di maggio, bisognerebbe provare a finire i campionati, altrimenti molti investimenti verrebbero vanificati. Fermare il calcio? Difficile bloccare la terza industria d’Italia: tornare a giocare permetterebbe quantomeno di ridurre i danni».
GLI STIPENDI. «Questa crisi danneggia anche i giocatori stessi. Il taglio degli stipendi? Non vorrei che il pensiero dei milionari delle big facesse dimenticare la situazione dei giocatori di Serie B e Lega Pro…».
I soldi serviranno per sopravvivere non per andare a vedere la partita.