L’ex allenatore dell’Udinese, grande amico del tecnico gialloblù, ha scambiato due chiacchiere con i colleghi de L’Arena
All’andata sulla panchina dell’Udinese c’era lui, Igor Tudor, a sfidare il grande amico Ivan Juric in un match che alla fine si concluse con un pari tutto sommato giusto per quanto visto in campo.
Oggi l’ex-difensore allena in patria, all’Hajduk Spalato, ma è sempre ben disposto quando si tratta di parlare del collega gialloblù: di seguito, infatti, le sue principali dichiarazioni comparse sull’edizione odierna de L’Arena.
JURIC. «Ivan è un genio del calcio. Va capito, supportato, aiutato e sempre coinvolto, ma se messo in condizione dà tutto e fa miracoli. Guardate quello che sta facendo lì a Verona: si è preso la squadra, le ha dato un’anima e ora è meritatamente sesto in classifica. In tanti si sono stupiti, ma per me è la normalità. Lui vive il calcio 24 ore su 24, la sua è una missione. Credo che al momento in Italia sia tra i primi tre o quattro allenatori più forti. penso inoltre che vada apprezzata la sua onestà intellettuale: è uno schietto, uno che dice ciò che pensa».
L’HELLAS. «All’inizio davano tutti il Verona per spacciato, ma non sapevano che avesse Juric. Ha creato una squadra aggressiva, da battaglia, ma anche in grado di esprimere un buon palleggio e di divertire. Ivan ha girato il mondo, e porta con sé un bagaglio pieno di cose. L’importante è che l’Hellas non si ponga limiti e che tenga il proprio allenatore al centro del progetto, senza mettergli paletti».
L’INFANZIA. «A Spalato ci conosciamo tutti, la città è piccola. Da ragazzini abbiamo condiviso l’Hajduk, una famiglia del calcio, ora siamo uomini e amici. Tutto si è evoluto, anche la nostra amicizia».
LA JUVENTUS. «Ivan aveva già battuto la Juve quando era al Genoa, e si è ripetuto. Non ci vedo nulla di casuale, è la sua storia di allenatore a parlare per lui».
L’HAJDUK. «Spalato è casa mia, e mi è stata data la possibilità di allenare l’Hajduk. Vogliamo spezzare l’egemonia della Dinamo Zagabria: certo è dura, ma è una bella sfida!».
Manda i giova a hellas