Il centrocampista in Italia ha trovato la sua consacrazione, ma in Eredivisie le sue qualità non erano riuscite a emergere

Che sia uno dei pezzi più ambiti del mercato è ormai noto, ma in Olanda la cosa sembra ancora lasciare scettici i più: stiamo parlando di Sofyan Amrabat, il quale prima dell’exploit all’Hellas aveva infatti vissuto periodi non troppo esaltante a Feyenoord e Brugge.

A raccontare la motivazionedi questo “stupore” è lo stesso classe ’96, che raggiunto dai colleghi del quotidiano Algemeen Dagblad ha parlato del suo passato, ma anche del suo presente.

Di seguito, infatti le sue principali dichiarazioni ai giornalisti olandesi.

IL CALCIO COME LA VITA. «Penso che gli olandesi abbiano ancora negli occhi il Sofyan del 2016 o 2017. Per quanto non sia una cosa divertente, è così che va questo ambiente: ci si ricorda più delle cose negative che di quelle positive. Per sapere come va realmente bisognerebbe però seguire la Serie A e guardare le partite. Il calcio è come la vita: quando le cose sembrano non andare, a volte stanno solo prendendo la giusta direzione. Non sempre tutto procede in modo positivo e lineare».

RITMO, NON FRIVOLEZZE. «Non sono un’ala frivola che gioca per 20 minuti facendo qualche dribbling. Devo crescere giocando di settimana in settimana, per essere al massimo mi serve avere il ritmo».

ADATTAMENTO-LAMPO. «Ovviamente in Italia sono rimasti un po’ sorpresi del fatto che mi sia subito fatto trovare pronto, perché spesso i giocatori hanno bisogno di tempo per abituarsi alla Serie A. Viste le mie esperienze passate, per ora mi godo il momento…».