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A tu per tu, Bonazzoli: “Mi ritengo semplice e umile. Io allenatore? È stato quasi un caso…”

Il tecnico delle Women, nonché ex attaccante gialloblù, si è raccontato ai microfoni di Hellas Channel

“Umiltà” e “semplicità”: queste le parole con cui Emiliano Bonazzoli si è descritto durante l’ultima puntata di “A tu per tu” la rubrica settimanale di Hellas Channel che permette ai tifosi gialloblù di conoscere meglio la grande famiglia del Verona.

Dallo spareggio deciso da Michele Cossato fino alla carriera da allenatore, andiamo quindi a vedere le principali dichiarazioni rilasciate dal tecnico delle Women al canale tematico gialloblù.

SEMPLICITÀ E UMILTÀ. «Mi ritengo una persona semplice e umile, due qualità che mi sono state trasmesse in famiglia. Non sono mai stato un “esaltato”, credo che l’umiltà sia molto importante nella vita di una persona…».

IL PRESTITO AL VERONA. «Ricordo ancora il grande supporto dei tifosi dell’Hellas anche nei momenti di difficoltà. Fu una stagione di alti e bassi, ma alla fine andò tutto bene grazie anche al gol di Michele Cossato contro la Reggina. Certo, arrivare ai play-out ci aveva messo addosso tanta ansia e tanta paura, ma forse salvarsi così è stato più bello. Il mio rendimento? Iniziai bene, con cinque reti in cinque partite, poi purtroppo ci fu una flessione e uno strappo all’inguine che mi fece saltare gli spareggi».

MAZZOLA. «Sandro era un capitano perfetto, ancora quando giocava era già un team manager. Sempre presente e mai fuori posto: era un grande aiuto per noi giovani».

L’ATTACCANTE… «Sin da quando ero piccolo ho sempre voluto fare l’attaccante. Non ero un “bomber”, perché non ho mai segnato moltissimo, però era sempre a disposizione della squadra e cercavo di dare una mano quando i miei compagni erano in difficoltà e avevano bisogno di rifiatare. Poi comunque capitava che la buttassi dentro! “Bomber di Asola”? Se qualcuno mi chiama così mi giro, se non altro perché vuol dire che si ricorda ancora di me! (ride, ndr)».

 E L’ALLENATORE. «Ho iniziato ad allenare quasi per caso: ero collaboratore di una squadra (l’Atletico Conselve, ndr), e quando il tecnico venne esonerato il presidente mi chiese di subentrare. Le cose andarono bene e quindi decisi di intraprendere questa carriera, anche se sono solo all’inizio e ho ancora moltissimo da imparare. Per ora cerco di sfruttare tutta l’esperienza da calciatore per trasmettere qualcosa».

CALCIO E STUDIO. «Quando ero giovane mi allenavo con passione ma non ho mai pensato di abbandonare la scuola per fare solo il calciatore. Poi, un po’ merito mio, un po’ la fortuna, sono riuscito ad arrivare tra i professionisti, ma ai ragazzi consiglio sempre di portare avanti sia la scuola che il calcio».

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