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Malesani a L’Arena: “A Parma le vittorie, ma il Verona resta il sogno realizzato”

Il tecnico, doppio ex dell’incontro, ha raccontato il suo “derby gialloblù” tra ricordi e rimpianti

Alberto Malesani: un nome che a Parma rievoca un periodo d’oro, culminato nella vittoria di Coppa Italia, Supercoppa Italiana e Coppa UEFA, tutto il contrario di ciò a cui pensano i tifosi dell’Hellas quando sentono parlare del tecnico scaligero, il quale con i gialloblù ha raccolto solamente un’incredibile retrocessione.

Il doppio ex dell’incontro, ormai ritiratosi a Trezzolano per lavorare alla sua azienda vitivinicola specializzata in Valpolicella, Amarone e Recioto, si è concesso ai colleghi de L’Arena per scambiare due chiacchiere sull’incontro, ma anche sul proprio passato e futuro.

Di seguito, dunque, le sue principali dichiarazioni ai giornalisti del quotidiano scaligero.

PARMA E VERONA. «Parma per me è stata gusto della vittoria e del dominio, mentre l’Hellas, nonostante tutto, resta un sogno realizzato. Purtroppo arrivai nel momento sbagliato, potessi tornare indietro aspetterei un po’».

CAMPIONI, MODELLI E… JURIC. «Per me il campione assoluto resta Batistuta, mentre tra quelli allenati al verona è Mutu ad avvicinarsi di più a questo identikit, anche se non si è mai realizzato completamente. Tra i miei allenatori di riferimento metto Varrella, Sacchi e Rinus Michels, tecnico dell’Ajax di Crujff. Juric? Lo considero un tecnico pragmatico e determinato».

VISIONARIO. «Credo di avere avuto idee e un modo di gestire e comunicare non adatti ai canoni comuni di ciò che è diventato il calcio: ero per il divertimento che batte l’ossessione di vincere a tutti i costi, perché è uno sport in cui la dimensione ludica deve prevalere. Io un visionario? Per 25 anni ho pensato al calcio dalla mattina alla sera, credo che sono un visionario possa farlo. E dentro quella visione mi rimane ancora il 50% di quello che avrei voluto fare».

IL FUTURO. «Il mio futuro è ormai nella cantina e nella campagna: qui sono riuscito a trasferire idee e concetti che non sono stato in grado di esprimere nel calcio».

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