Il direttore operativo gialloblù ha spiegato il tweet e il comunicato di ieri. E intanto sui referti di arbitro e Procura non c’è nulla…
Partiamo con la notizia più importante: a quanto riportato dall’edizione odierna de La Gazzetta dello Sport, né sul referto dell’arbitro né su quello della Procura federale c’è traccia di “buu” razzisti, il che, in sostanza, vuol dire che quasi sicuramente non ci saranno ripercussioni sul Verona.
La questione sollevata ieri dalle varie testate a tinte rossonere, sulla quale la società Hellas era intervenuta con due tweet e un comunicato ufficiale, sembra quindi destinata a esaurirsi in una bolla di sapone.
Una fine auspicabile dai vertici del Club, come si evince anche dalle parole rilasciate ieri alla stessa Rosea da Francesco Barresi, il quale ha chiaramente fatto intendere come dalle parti di via Olanda non saranno più tollerate accuse di razzismo rivolte alla città o alla tifoseria scaligera.
Queste infatti le dichiarazioni rilasciate dal direttore operativo gialloblù ai colleghi della GdS:
«La nostra necessità di pubblicare il tweet nasce dalla volontà di ribadire che nessuno aveva percepito quanto le persone stavano etichettando come “scandalo”, come “la solita Verona”. Noi e tutti gli organi addetti ai lavori non abbiamo percepito alcun coro razzista. Nel caso si fosse verificato saremmo stati i primi a fornire il supporto adeguato per risalire ai responsabili.
Abbiamo difeso una città e una tifoseria che vengono definite razziste. Rifaremmo questa scelta di pubblicare il tweet. Ci dava fastidio sentire che siamo il solito club o la solita città.
Le cose cambiano, siamo contrari all’idea di dover tenere un’etichetta per errori del passato».