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ESCLUSIVA CH – Bruni: “Epilogo prevedibile. Grosso è uomo di calcio”

Bruni

L’ex centrocampista ha scambiato quattro chiacchiere con noi, parlando di passato, presente e futuro dell’Hellas

Sei anni a Verona conditi da 109 presenze, quattro goal e uno scudetto: questi i numeri di Luciano Bruni, uno dei protagonisti dello storico scudetto gialloblù.

Intervistato da CalcioHellas in esclusiva per voi, l’ex-centrocampista ci ha detto la sua non solo sulla stagione appena conclusasi, ma anche sul “cantiere” scaligero e sui difficili rapporti tra Società e “vecchie glorie”.

Di seguito, quindi, le sue parole.

Cosa ne pensa della stagione dell’Hellas? Si poteva fare qualcosa in più o era una disfatta annunciata?
«Innanzitutto devo dire che mi dispiace molto, perché Verona, con il tifo e la città che ha, meriterebbe un po’ di stabilità e ben altri palcoscenici rispetto alla Serie B. Fare un’analisi dopo una retrocessione è sempre difficile, ma credo che non si possa scaricare ogni responsabilità su un solo capro espiatorio, tutti hanno le loro colpe. Certo, la Società ha sbagliato in estate perché era chiaro fin da subito che la squadra non fosse molto competitiva per la categoria, ma alla fine a scendere in campo sono i giocatori, e credo che questi ci abbiano messo del loro. Diciamo che già dalle prime giornate, comunque, si poteva immaginare quale sarebbe stato l’epilogo».

Dopo la cocente delusione, il nuovo Verona comincia a prendere forma, ma DS e allenatore dividono i tifosi: lei cosa ne pensa?
«Non so molto della situazione DS, ma per quanto riguarda Grosso ho visto che ha fatto un buon campionato a Bari. Non ha molta esperienza come allenatore, ma è un uomo di calcio. L’importante sarà fornirgli una squadra competitiva: non servono nomi altisonanti o gente che venga a svernare a Verona, ma giocatori forti che facciano fare il salto di qualità alla squadra. Se poi si riuscisse a trattenere qualche “big” disposto a scendere di categoria…».

L’ultima stagione ha portato un grave strappo tra Setti e la tifoseria: cosa pensa debba fare il Presidente per riavvicinarsi alla piazza?
«Deve innanzitutto fare tesoro degli errori commessi quest’anno, e cercare poi di far parlare i fatti. Il suo obiettivo principale deve essere costruire una squadra forte e competitiva che porti risultati: se ciò avverrà, sono convinto che alla fine si sistemerà tutto».

Dopo l’esperienza come vice di Remondina ha più avuto contatti con la Società?
«Purtroppo no, ma mi sembra una cosa piuttosto comune a Verona, e credo non sia un bene. Io conosco di persona tantissimi ex-gialloblù, e so che molti potrebbero dare una mano alla Società, se non altro facendo da trait d’union tra squadra e tifosi. Purtroppo però quasi nessuno dei “vecchi” viene preso in considerazione, sembra quasi diano fastidio…».

Ha sentito Bagnoli in occasione del suo ingresso nella Hall of Fame del Calcio Italiano?
«No, ma ci siamo visti poco prima che gli venisse conferito il premio, un’onorificenza che credo sia più che meritata vista la grande impresa compiuta».

 

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