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ESCLUSIVA CH – Celeste Pin: “La risalita dipende tutta da Setti”

Pin

L’ex-difensore gialloblù ha analizzato con noi le mosse che il Verona dovrebbe mettere a punto per tornare subito in Serie A

Setti. È lui l’uomo chiave di questo Hellas secondo Celeste Pin, giocatore simbolo della Fiorentina negli anni ’80 ma con alle spalle anche quattro stagioni in riva all’Adige. Secondo l’ex-difensore trevisano, infatti, il futuro del Verona sta tutto nelle mani del proprio Presidente, il quale dovrà dimostrare con i fatti di voler veramente investire nel progetto.

Queste quindi le sue parole in esclusiva per CalcioHellas.

La stagione gialloblù è stata molto deludente. Era un disastro annunciato?
«Guardando la carta a inizio stagione pensavo che il Verona avrebbe fatto un campionato diverso. Purtroppo però è venuto a mancare lo spogliatoio, come dimostra l’addio di Pazzini. Se una formazione che deve salvarsi perde sia uno dei pochi giocatori in grado di fare la differenza che l’unità di squadra, è praticamente impossibile che riesca a raggiungere il proprio obiettivo, è la storia a insegnarcelo. Guardiamo ad esempio la SPAL: come organico era sicuramente inferiore all’Hellas, ma Semplici è stato molto bravo a tenere tutti compatti e alla fine sono riusciti a rimanere in A».

Secondo lei l’esonero di Pecchia potrebbe aver portato una “scossa” all’ambiente?
«Io penso che sia successo qualcosa tra Pazzini e Pecchia, con l’allenatore che ha messo la Società davanti a un bivio chiedendo di scegliere tra lui e “il Pazzo”. La decisione del Presidente ha fatto capire piuttosto chiaramente che tra lui e il mister ci fosse totale sintonia, quindi un successivo esonero non avrebbe avuto molto senso. Diciamo che, sotto un certo punto di vista, sarebbe stato “incoerente”».

Al momento regna ancora l’incertezza sul futuro della squadra. Cosa crede debba fare il Verona in vista della prossima stagione?
«Non saprei indicare dei nomi, ma tutto dipende da Setti: è lui a dover dettare la linea d’azione, mettendoci la faccia e i soldi. Starà a lui cucire lo squarcio creatosi tra Società e tifosi, utilizzando al meglio le armi a propria disposizione. Secondo me dipenderà tutto dalla scelta di DS e allenatore, dalla successiva campagna acquisti e dalle primissime giornate di campionato: la piazza deve vedere serietà e risultati, anche perché il Verona non può permettersi di avere contro i propri stessi tifosi. Se si sarà feeling tra Presidente, DS, allenatore e tifoseria, il resto verrà da sé».

Il Verona è un cantiere aperto, ma al momento l’unica cosa certa è che quasi tutti andranno via. Secondo lei è comunque possibile che alcuni dei “big” decidano di rimanere?
«Sicuramente l’anno prossimo si ripartirà da una squadra molto diversa, che dovrà però essere composta dal giusto mix di gioventù ed esperienza. Parlando dei “pezzi grossi”, se Di Livio è andato in Serie C2 con la Fiorentina, non vedo perché alcuni giocatori come Pazzini o Romulo non potrebbero decidere di restare. L’importante sarà però mostrare loro un progetto serio che, ripeto, dovrà essere garantito da Setti. Il Verona ha fascino e appetibilità anche in Serie B, l’importante è che il Presidente sia all’altezza della situazione: se si dimostrerà tale, alcuni tra i “big” potrebbero decidere di rimanere, decurtandosi anche lo stipendio se necessario».

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