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27 aprile 2014: Hellas Verona forza quattro sul Catania

Luca Toni, Marquinho e Juanito Gomez firmano un grande successo casalingo per 4-0, mentre la Serie A scivola dalle mani degli ancora incoscienti siciliani

Fu l’unica gara interna che mi persi in quella stagione, forse per questo la ricordo più di altre. L’aereo che mi portava a Londra si alzava dal Catullo e sorvolava una giornata grigia sul Bentegodi illuminato. Era il 27 aprile 2014, il giorno in cui il calcio italiano salutava Vujadin Boskov.

Il Catania appeso a un filo, alla ricerca di una salvezza che non arriverà mai. Una stagione tribolata in cui l’allenatore eroe dell’anno prima viene esonerato due volte, e si parla ovviamente di Rolando Maran. Dalla trentatreesima giornata la squadra è affidata a Maurizio Pellegrino, che l’Hellas aveva già conosciuto nel 2009 in veste di allenatore del Lecco, in una partita in cui fu decisivo il rigore di Julien Rantier. Cinque anni dopo è tutta un’altra storia: è la Serie A e così si schierano le due squadre.

Hellas Verona (4-3-3): Rafael; Pillud, Moras, Marques, Albertazzi; Sala, Donadel, Halfredsson; Iturbe, Toni, Marquinho. All.: Mandorlini.

Catania (4-4-2): Frison; Peruzzi, Spolli, Rolin, Monzon; Barrientos, Plasil, Lodi, Rinaudo; Leto, Bergessio. All.: Pellegrino.

I siciliani ultimi in classifica dovrebbero avere il coltello fra i denti, invece subiscono lo svantaggio già dopo sei minuti. In particolare è Rolin a combinarne una delle sue e lanciarsi in scivolata su un lanciatissimo Juan Manuel Iturbe: l’intervento è a vuoto e l’argentino ha tutto il tempo per entrare in area e piazzarla. Frison respinge a mano aperta, ma la palla rimane sui piedi di Luca Toni, che a due metri dalla porta se la sposta sul sinistro e la butta dentro: Hellas Verona-Catania 1-0.

La reazione rossazzurra arriva dai piedi di Leto, inseritosi benissimo alle spalle dei difensori: il suo sinistro trova però i piedi di Rafael. Sono trascorsi ventidue minuti dal gol che ha sbloccato il match e i padroni di casa stanno spingendo per il raddoppio, che infatti arriva dagli sviluppi di un corner: Sala riacciuffa il pallone sul lato opposto e si lancia velocissimo verso la linea di fondo, fa partire il traversone che trova l’incornata di Toni. Frison tenta il miracolo, ma dopo aver sporcato il pallone questi rimbalza sulla traversa e finisce in gol dopo essere nuovamente toccato dal portiere: Hellas Verona-Catania 2-0, è autorete.

Iturbe esce al 37′ per Juanito Gomez, che è l’autore della percussione sulla destra del 45′, con cambio di fronte improvviso sul vertice dell’area opposto, controllo di basso petto per Marquinho e gran coordinazione: palla all’angolo opposto, Hellas Verona-Catania 3-0, fine primo tempo? In realtà c’è ancora spazio per una punizione di Donadel deliziosamente calciata sulla testa di Gomez: la mano del portiere e il palo salvano i siciliani dall’umiliante poker di primo tempo.

Nella ripresa la musica non cambia. L’Hellas rallenta fisiologicamente senza voler forzare, ma Sala è un fattore quando spacca il campo in due: manda in porta prima Marquinho, che sfiora la doppietta così come il palo, e poi Juanito Gomez, che con un sinistro a giro fissa il risultato sul 4-0 finale. Per gli ospiti solo Leto sembra davvero un pericolo, ma sempre troppo distante da Rafael. Una squadra, il Catania, che sembra ormai rassegnata all’ultimo posto a tre giornate dal termine, ma arriverà invece diciottesima a due punti dalla salvezza con nove punti totali nelle ultime tre, di cui anche una vittoria sulla Roma in lotta per lo scudetto.

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