L’ex giocatore gialloblù: “L’Hellas sta pagando la mancanza di una punta e i tanti infortuni puniti durante l’anno”
Cresciuto nelle giovanili del Milan, Sergio Maddè è stato uno dei giocatori più talentuosi passati dall’Hellas Verona negli anni Settanta. Per lui complessivamente otto stagioni divise in due periodi, intervallate da due parentesi con Torino e Mantova. Appese le scarpe al chiodo ha indossato i panni dell’allenatore tanto in gialloblù quanto al Genoa, sempre al fianco di Osvaldo Bagnoli. Logico che quella do oggi per lui non sia una gara come tutte le altre.
“Il Genoa è tranquillo. Ha avuto delle difficoltà iniziali ma durante l’anno si è ricompattato – ha detto a L’Arena -. Il Verona non è ancora retrocesso, ma considerando persa la partita con la Juventus deve vincere le altre. Se arrivassero i tre punti a Marassi e tre con la Spal i giochi si riaprirebbero“.
“Il vero problema è che al Verona manca una punta. Forse Pazzini andava tenuto. Poi ci sono stati tanti infortuni pesanti, come quello di Cerci, che avrebbe dovuto dare un mano decisiva alla squadra – ha aggiunto -. Ora conta solo vincere, sapendo che a 28 punti te la puoi ancora giocare. L’importante è che la squadra si impegni e dia il massimo“.