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Il Cagliari fa da vittima predestinata per il Verona. Ma il clima rimane teso

In un Bentegodi ‘caldissimo’ la squadra di Pecchia conquista tre punti che la mantengono aggrappata alla lotta salvezza contro un Cagliari in piena crisi

Il Verona vince, evviva il Verona. Difficile però essere felici per il clima che si respirava ieri al Bentegodi.

PAZIENZA FINITA. Alla lettura della formazione del Verona, coro di scherno ad ogni nome scandito dallo speaker. Una cosa mai udita. Prima del fischio di Valeri, Franco Zuculini ha chiamato attorno a sé a metà campo tutti i compagni. Un capannello che non è piaciuto allo stadio, che ha fischiato l’azione. Questo il clima in cui i gialloblù, ancora una volta frullati da Pecchia, hanno dovuto affrontare. Poi è arrivato il Cagliari.

VITTIMA PREDESTINATA. D’altra parte ecco un Cagliari in codice rosso, come il colore della sua maglia. Andreolli e Ceppitelli squalificati con Farias out e Cigarini incerottato in panchina. Oltre a questo López è stato costretto già al decimo minuto ad un cambio. È uscito Lykogiannis ed è entrato Miangue dopo appena dodici minuti. Insomma l’obiettivo massimo di un Cagliari in parabola discendente non poteva essere diverso dallo zero a zero. E quando scendi in campo in queste condizioni è facile che torni a casa a mani vuote.

VITTORIA PER FUSCO. Sono molti gli uomini legati a doppio filo con il diesse dimissionario. A cominciare da Pecchia  per finire con il terzo portiere Coppola. In mezzo ci sono i vari Zuculini, Ferrari e Fares. Quest’ultimo considerato da diesse e tecnico già pronto per una grande come il Napoli. E Fares ha fatto una grande partita, meglio nel secondo tempo… Alla fine la prima telefonata Pecchia l’ha fatta proprio a Fusco che ha visto la partita dalla tv.

NICOLAS DETERMINANTE, ZUCU UNICO. La respinta di Nicolas su Faragò nel secondo tempo è la parata più determinante fatta dal portiere gialloblù in tutta la stagione. Vale i tre punti come del resto è stato decisivo Franco Zuculini. Il suo esempio, con una situazione clinica compromessa ed un ginocchio operato per tre volte, ha voluto scendere in campo dall’inizio. Ha lottato e perfino segnato. Lui resta di un altro pianeta. I soli applausi della Curva Sud sono arrivati quando nel finale Pecchia l’ha sostituito.

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