Parola a Giacomo Pateri, redattore per CalcioCasteddu.it in vista del match al Bentegodi tra Verona e Cagliari di domenica pomeriggio

Sfida a bassa quota tra Verona-Cagliari. La prima deve riprendersi dopo la batosta al Vigorito e una nuova sconfitta con tutta probabilità significherebbe l’allontanamento di Pecchia; anche per i rossoblù l’ultima gara ha decretato 0 punti, ma la formazione di Lopez per ora vola a +5 dalla zona retrocessione e comunque non può dormire sonni tranquilli.

A parlarne con la nostra redazione ci ha pensato Giacomo Pateri, giornalista di CalcioCasteddu,it, testata vicina al Cagliari:

Dopo il disastro di Benevento il Verona se la vedrà con il Cagliari. Temi un Hellas che possa risorgere dalle ceneri o credi sia il momento buono per affondare una concorrente nella lotta alla salvezza?
“Il Cagliari ha l’incredibile capacità misericordiosa di risollevare squadre che sembravano perse. Basti vedere le ultime due gare contro Torino e Genoa. L’Hellas poi quest’anno è veramente pazzo: vince contro Milan e Fiorentina e poi perde con Crotone (in casa) e Benevento. Vince il derby e la settimana dopo ne prende 5 dall’Atalanta. Non credo sia una questione di momenti, quanto di avversario. A seconda della squadra che si trova di fronte, ma anche naturalmente in base agli episodi all’interno della gara, riesce a fare grandi partite o realizza prestazioni pessime. Sicuramente il Cagliari deve stare attento al cuore e alla voglia di riscatto del Verona: questa settimana potrebbe essere per entrambe quella decisiva per l’intera stagione. Se i gialloblù non dovessero riuscire a trasformare la delusione in rabbia pagherebbero in malo modo il momento psicologicamente pesantissimo“.

Com’è stato percepito questo periodo di grande confusione dell’Hellas negli altri ambienti calcistici?
“Come detto prima il Verona è una squadra che ha sempre alternato figuracce a grandi prestazioni, ma non è mai sembrata una squadra matura. Il Verona paga gli errori fatti in estate, con la querelle Cassano, l’acquisto di un Cerci ormai fisicamente in difficoltà e l’allestimento in generale di una rosa non all’altezza. Poi a gennaio sono partiti Bessa e Pazzini, che già non giocava e non ne capisco il perché, oltre a Caceres che nella prima parte di stagione è stato decisivo. Il momento del Verona credo sia frutto di tutto ciò. Le dimissioni di Fusco, che ha difeso Pecchia e ha messo su questa rosa, sono la naturale conseguenza. Non capisco il momento in cui ha fatto questa scelta tuttavia. Forse, dato che anche l’allenatore è sempre rimasto in sella nonostante le difficoltà, l’ex ds gialloblù doveva fare altrettanto e concludere la stagione al suo posto, qualunque fosse l’esito. Si perde e si vince tutti insieme. Può essere stato un tentativo di dare un segnale, ma ormai a otto giornate dal termine credo sia troppo tardi“.

Anche il Cagliari ha bisogno di risollevarsi, quanto è importante questa partita per i rossoblù?
“Domenica sarà decisiva, come tutte le ultime dieci partite della stagione in ottica salvezza. Ormai, se perdi contro una diretta concorrente, gli regali tre punti che potresti non avere più il tempo di recuperare. Ma è importante soprattutto per il momento. Le debacle contro il Torino e la sconfitta all’ultimo secondo col Genoa sono solo la goccia che potrebbe far traboccare il vaso. I rossoblù non vincono da sette partite. Nel 2018, quindi in tre mesi, hanno vinto solo contro Spal e Benevento, e pareggiato contro Crotone, Sassuolo e Lazio. È vero che in alcune occasioni (Lazio, Crotone, Juventus) c’è stata tanta sfortuna tra gol allo scadere e decisioni arbitrali piuttosto dubbie. Ma dobbiamo vedere anche la vittoria a Benevento come è arrivata, con una prestazione al limite dell’indecenza e due gol oltre il 90’ che hanno salvato la barca dal naufragio. In ogni caso si tratta di un bottino incredibilmente povero, considerando la rosa a disposizione. Il Cagliari deve vincere per evitare il tracollo; un pari sarebbe il minimo sindacale e potrebbe rimandare tutto alla gara casalinga contro l’Udinese, mentre una sconfitta potrebbe portare al disastro e anche a cambiamenti drastici sul piano tecnico. L’ambiente, di certo, è tutt’altro che sereno, soprattutto per la disaffezione progressiva dei tifosi da squadra e società“.

Quanto ha perso il Cagliari dopo lo stop di Joao Pedro?
“Tanto. Tra l’altro è una questione sintomatica di quanto la società non sia riuscita a tenere sotto controllo alcune vicende. Sicuramente la squadra ha perso un po’ di creatività e fantasia là davanti. Non è un caso che da quando è mancato JP10 il Cagliari ha fatto molta più fatica a segnare. Un gol solo su azione (Pavoletti alla Lazio), uno su calcio d’angolo (sempre Pavogol al Benevento) e ben tre su rigore realizzati da Barella. Certo, almeno abbiamo scoperto di avere come rigorista un ragazzo davvero coraggioso oltre che freddo dagli undici metri. Ma guardando la fase offensiva, l’assenza del brasiliano non ha fatto altro che massimizzare le difficoltà del Cagliari”.

Quanto sarà diversa la partita di domenica rispetto a quella dell’andata?
“Anche all’andata era una partita decisiva, lo sarà anche domenica essendo uno scontro diretto. Domani però potrebbero fare la differenza le motivazioni e la forza psicologica delle due squadre. Vincerà chi saprà reggere nella mente più che nelle gambe. All’andata la decise Faragò con un gol nei minuti finali, credo invece che in questo caso la gara possa essere indirizzata già entro i primi 45-60 minuti. Già dall’inizio si capirà chi ha quella solidità mentale di cui parlavo poco fa“.

Nelle ultime giornate si stanno evidenziando i limiti di un Verona troppo vulnerabile, quali sono invece i difetti del Cagliari che dovrà cercare di sfruttare l’Hellas?
“Di certo il Cagliari fa fatica a segnare. Molto probabilmente mancherà anche Han (problema alla caviglia), oltre a Farias e Joao Pedro. Dunque davanti sarà ancora il turno della coppia Sau-Pavoletti, con il primo che ha realizzato solo due gol in campionato e il secondo che sta tenendo a galla il Cagliari insieme a Barella, ma che da solo può poco. Poi Pavoletti è un ariete: se non arrivano palloni (non necessariamente buoni, vedi il palo contro il Genoa) difficile si inventa un gol. Sulla fase difensiva la difficoltà maggiore è rappresentata dall’assenza di Ceppitelli. Dovrebbe sostituirlo Pisacane, con lo spostamento di Castàn al centro. Ma il brasiliano ha giocato male nelle ultime gare e l’ex Avellino è sempre meno in fiducia. Manca ancora Cigarini e dunque Barella lo sostituirà, ma senza le sue capacità in fase di costruzione. Poi c’è la fascia sinistra, il vero tallone d’Achille del Cagliari: da Miangue a Lykogiannis poco è cambiato e i rossoblù continuano a soffrire sulla corsia mancina“.

Fingiamo tu sia una cartomante: chi si salverà?
“Ti dico chi retrocederà: Benevento, Verona (mi spiace) e Crotone. La prima ha limiti tecnici e sta cominciando a ingranare troppo tardi. La seconda ha un problema psicologico oltre che di gioco. Il Crotone sarebbe quella più attrezzata delle tre, ma la vedo peggio di Chievo, Spal, Cagliari e Sassuolo. Eppure con gli acquisti di gennaio (Benali e Ricci su tutti) sembrava una squadra cambiata. Ma le altre hanno un organico di un’altra qualità e si salveranno. Il Verona invece potrebbe pagare le tante scelte sbagliate sul piano tecnico”.