Con il rientro dell’ex Atletico Madrid, il tecnico ha molti esterni offensivi e medita di ritornare al modulo col tridente

Negli ultimi mesi il Verona di Pecchia è cambiato tanto. Non solo per via del mercato, che a gennaio ha visto la partenza di elementi importanti come Bessa, Pazzini e Zuculini e l’arrivo dei vari Matos, Aarons, Vukovic e Petkovic. Ma anche dal punto di vista tattico: prima per necessità e poi per scelta il tecnico ha dovuto abbandonare il tanto caro 4-3-3 per passare al 4-4-2 o 4-2-3-1.

TRIDENTE. Come si legge sull’edizione odierna de La Gazzetta dello Sport, con il rientro imminente di Alessio Cerci, out da ottobre, le carte in tavola potrebbero cambiare di nuovo. Le molte soluzioni esterne a disposizione di Pecchia potrebbero infatti portare il tecnico a riabbracciare il 4-3-3.

Il tridente permetterebbe ai gialloblù di supplire all’assenza di Moise Kean, con Petkovic che prenderebbe il ruolo di punta centrale. Ai suoi lati poi la possibilità di una doppia rotazione: Cerci–Verde da una parte e Matos–Aarons dall’altra. Questa soluzione tattica offrirebbe senza dubbio maggiori opportunità offensive ad un attacco che fatica tantissimo a costruire occasioni da gol.

CENTROCAMPO. Intoccabile la difesa a quattro, che Pecchia ha difficilmente abbandonato nel corso della sua carriera, il ritorno al tridente comporterebbe modifiche principalmente al centrocampo, ma senza salti nel vuoto.

Romulo nel 4-4-2 ha ricoperto il ruolo di esterno di destra alternando ottime prestazioni, come quelle con Milan e Fiorentina, ad altre abbastanza negative, come l’ultima contro l’Atalanta. Come mezzala nei tre di centrocampo invece il brasiliano ha registrato la sua miglior stagione italiana nel 2013-14, sempre all’Hellas.

Il ruolo di perno davanti alla difesa invece spetterebbe a uno tra Calvano e Büchel, mentre Valoti sembrerebbe più calato anche lui nella dimensione della mezzala. Con Franco Zuculini che potrebbe agire da jolly per l’intero reparto.