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10 gennaio 2012: un Verona di Serie B esce a testa altissima dall’Olimpico

Un evento, tornare in uno stadio come l’Olimpico di Roma dopo anni di inferno in C, dopo essere tornati in Serie B trascinati da Mandorlini e da ragazzi che, seppur non campioni, hanno scritto un pezzo di storia dell’Hellas. Era il 10 gennaio di 6 anni fa quando il Verona, neo-promosso in cadetteria, si presentò in casa della Lazio per gli ottavi di finale di Coppa Italia.

I gialloblù avevano eliminato Vicenza, Sassuolo e Parma, anche quest’ultima militante in massima serie, e arrivare a sfidare i biancocelesti era già considerata una vittoria per due motivi: in primis il Verona era l’unica squadra di B ad essere rimasta ancora in gioco agli ottavi, in secundis perché la Lazio di Reja si classificò quarta in Serie A a fine stagione. Ceccarelli e compagni decidono però che essere arrivati fin lì non basta: bisogna anche giocarsela.

Gli scaligeri non sfigurano, grazie anche a un vivace Lepiller che dopo una manciata di secondi serve sulla testa di Bjelanović il pallone del vantaggio: è grande Bizzarri a rispondere. La Lazio risponde durante un primo tempo non molto movimentato, Sculli ci prova a singhiozzo e Djibril Cissé fa tremare per fama, ma a sbloccarla è invece André Dias, che arriva come un treno alla deviazione sul corner di Ledesma: la prima frazione si chiude 1-0 per i padroni di casa.

Nella ripresa la Lazio è decisa a chiuderla e dopo un paio di buone occasioni arriva infatti il raddoppio del capitano biancoceleste Tommaso Rocchi: servizio di Cissé, controllo e sinistro dell’attaccante laziale, che calciando trova una beffarda deviazione di Pugliese, la palla si impenna e scavalca Rafael. Nel frattempo Mandorlini aveva già effettuato il primo cambio, al posto di Niccolò Galli era entrato Emanuele Berrettoni, eroe della rinascita dell’Hellas e cresciuto proprio nel settore giovanile dei biancocelesti.

È il 61′ quando Hallfreðsson si ritrova fra i piedi un ottimo pallone al vertice dell’area a sinistra, vede Pugliese correre dentro e lo serve: il terzino crossa alla meglio, il suo traversone è basso ma neanche Berrettoni è tanto alto, così, in tuffo, si avvita e lo mette sul primo palo. L’Hellas Verona accorcia 2-1 con il neo-entrato, per la gioia dei tanti tifosi scaligeri accorsi all’Olimpico. Mandorlini effettua una seconda sostituzione, al posto di Lepiller entra Marco D’Alessandro mentre Reja butta dentro Miro Klose.

Al Verona bastano altri dieci minuti circa per trovare il pareggio che sembrava impossibile, con Berrettoni che controlla il pallone sulla trequarti e manda in porta D’Alessandro con un ottimo filtrante: il giovane neo-entrato si sposta il pallone e infila Bizzarri per il momentaneo 2-2. Un’esplosione di euforia sugli spalti e in campo, anche se per dura lex vincerà la squadra più forte.

Vincerà la Lazio per 3-2, vincerà con una punizione magica di Hernanes che trafiggerà tutto il Verona dal limite dell’area con la palla infilata all’incrocio opposto, baciando l’incrocio interno. Una sconfitta che però, dopo anni di palcoscenici insipidi, freddi, bui e spesso decadenti, ricordò ai tifosi dell’Hellas prima che a chiunque altro, la bellezza del grande calcio.

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6 anni fa

io c’ero

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6 anni fa

Sopratutto,Altro allenatore

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6 anni fa

Altri tempi…

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