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L’ex Siviglia: “Bei segnali dal Verona, ma a Napoli non basta”

Ex difensore del Verona dal 1996 al 1998, Sebastiano Siviglia è stato una bandiera della Lazio, con cui ha giocato per sei anni fino al 2010 e nella quale ha avuto la possibilità di proseguire la propria esperienza da allenatore nel settore giovanile. Oggi aspetta una nuova chiamata, dopo aver allenato la primavera della Ternana. Intervistato da L’Arena ha parlato dell’imminente gara dell’Hellas a Napoli contro i partenopei di Sarri.

Lo dicono i fatti. Il Napoli ha matrice spagnola più che italiana. Assomiglia molto al primo Barcellona di Guardiola. Dominante in Italia solo come la prima Juve di Conte. La ricerca continua degli spazi, il palleggio ravvicinato e la voglia di stare il più possibile nella metà campo avversaria sono tutti concetti di calcio evoluto e, visti i risultati, anche parecchio redditizi“, questo il pensiero di Siviglia sul lavoro del collega Sarri.

Ma quindi, nell’inferno di una squadra che gioca un calcio ovviamente superiore ma che nell’ultima partita è stato violato da una super Atalanta, ecco le possibilità degli uomini di Pecchia: “Il Verona ha dato bei segnali, la squadra ha idee chiare anche se contro avversari di grande qualità spesso e volentieri non basta l’organizzazione e la voglia di essere propositivi. Il Napoli però non è in un bel periodo. Nel calcio non si sa mai“.

E se il Verona continuasse a giocare così come ha fatto nelle ultime uscite ci sarebbe sicuramente più di una possibilità nella corsa alla salvezza, perché le squadre in pericolo “sono tante. Il Crotone è la prima, ma anche il Genoa tranquillissimo non può essere. Nessuno si è staccato davvero dalle ultime posizioni, neanche il Cagliari. Sarà una lotta serrata fino alla fine, fermo restando che Verona e Spal, oltre al Benevento, sono quelle maggiormente in difficoltà“.

Un ricordo della sua esperienza in gialloblù non poteva certo mancare. Verona è stata una sorta di trampolino di lancio per Siviglia, che dopo quelle due stagioni trovò sulla sua strada maglie importantissime come quelle di Atalanta, Roma, Parma e Lazio: “L’Hellas è stato il mio vero approccio con un certo tipo di calcio. Venivo dalla Nocerina e ad un tratto, nel 1996, mi ritrovai in Serie A. Stupendo il primo anno, nonostante la retrocessione. Gigi Cagni mi insegnò molto, peccato solo non essere riusciti a risalire la stagione successiva“.

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