Il leggendario mister dello Scudetto si è raccontato a L’Arena tra passato, presente e futuro
“Mister” ormai non fa più per lui: adesso Osvaldo Bagnoli, leggendario tecnico dello Scudetto gialloblù, preferisce farsi chiamare “signor” Bagnoli.
A dirlo è lui stesso durante un’intervista concessa ai colleghi de L’Arena, con i quali ha ovviamente parlato anche del campionato 84/85, ma non solo.
Di seguito, infatti, le sue principali dichiarazioni.
LO SCUDETTO. «Abbiamo capito che avremmo vinto il campionato dopo la partita di Torino contro la Juve. Perché abbiamo vinto noi? Beh, perché eravamo i più forti! Mi ricordo però che due anni prima giocavamo meglio… Ormai comunque quello Scudetto è passato, ora sono solamente il “signor” Bagnoli».
“QUELLA” SQUADRA. «Garella era davvero difficile da superare: io, Lonardi e Maddè calciavamo discretamente ma “l’era dura farghe gol”. Poi c’erano Fanna, Fontolan e Tricella, tutti come figli. L’arrivo di Elkjaer e Briegel ci diede più forza, più peso, e poi chi se l’aspettava un terzino con piedi del genere? Quanti gol che ha fatto!».
LA QUARANTENA. «Questo periodo è stato duro soprattutto perché non ho potuto vedere gli amici, ma la vita va avanti: al prossimo compleanno saranno 85, mica pochi… Sto contando i giorni per poter uscire e passeggiare con qualche amico, magari senza mascherina».
IL VERONA DI OGGI. «Prima dell’interruzione, questo Hellas mi stava divertendo: mi piace anche Juric, è uno con le idee chiare. Il suo futuro? Non lo so: non conoscendolo non so cosa gli passi per la testa!».
LA RIPRESA. «Ho visto che in Germania hanno ricominciato a giocare (ieri, ndr). Speriamo possa farlo al più presto anche il Verona!».