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Florentia-Verona, che incrocio tra Tona e Fuselli!

Grandi amiche e per anni compagne di squadra, oggi le due si ritroveranno su panchine opposte

Elisabetta Tona e Silvia Fuselli, nemiche-amiche: le due attuali vice-allenatrici di rispettivamente Florentia e Verona, dopo anni condivisi con la maglia della Torres, oggi si ritroveranno ad affrontarsi sul campo del Santa Lucia.

Proprio in vista della sfida odierna Hellas Channel ha quindi deciso di raggiunge entrambe per un’intervista doppia tra passato e presente: eccovela dunque riproposta in versione integrale.

Pensatevi l’un l’altra, cosa vi viene in mente?
T. «Silvia è un’amica, una persona con la quale ho condiviso tante esperienze. Una persona che fa piacere rivedere appena posso e con la quale sono rimasta in contatto. In verità è una delle poche nel mondo del calcio femminile con cui sono rimasta veramente in contatto, insieme a Giorgia Motta, anche lei al Verona».
F. «Penso a due colori: il rosso e il blu della nostra Torres, una famiglia e non semplicemente una squadra. Dicevamo sempre che la nostra pelle era ormai diventata di quel colore, il senso di appartenenza era talmente forte che l’impegno per essere all’altezza di quella realtà e per renderla ancora più grande non conosceva ostacoli. Elisabetta Tona era il nostro capitano e incarnava perfettamente questo spirito, tanto che è stata proprio l’ultima a lasciare la squadra che poi è fallita. Penso quindi a un’amica con gli stessi colori preferiti e l’amore per una terra dalla quale si fa fatica a stare lontani, la Sardegna».

Il ricordo migliore che condividi con lei?
T. «Tutte le cene che abbiamo fatto insieme! A parte gli scherzi, mi vengono in mente tutti gli anni in cui abbiamo vinto gli Scudetti con la Torres».
F. «Sono tanti ed è veramente difficile sceglierne uno, più di dieci anni di amicizia sono impossibili da racchiudere in un solo unico ricordo.. abbiamo vinto e festeggiato tanto, abbiamo pianto quando è stato il momento di lasciare quella famiglia e credo che il ricordo più bello sia semplicemente aver avuto la possibilità di condividere insieme un pezzo di carriera ma soprattutto di vita».

La migliore qualità dell’altra?
T. «Da giocatrice sicuramente il fatto che non mollava mai in campo, mentre come persona la generosità. Penso siano due concetti assimilabili, la persona è sempre presente nella calciatrice che sei e viceversa».
F. «Come calciatrice, sicuramente una tra i migliori difensori in Italia e non solo, la caratteristica principale era il tempismo, l’anticipare le mosse di qualsiasi attaccante, come persona senza ombra di dubbio la pazienza: questa era Elisabetta Tona».

Se riformaste quella Torres, oggi, potreste ancora dire la vostra in Serie A?
T. «Probabilmente, vista l’età, a livello fisico avremmo qualche difficoltà (ride, ndr) a giocare ai ritmi di oggi, ma a livello di gioco e tecnica potremmo dire ancora la nostra».
F. «Questa è una cosa che ci chiediamo spesso, anche scherzando e sì, credo che quella squadra farebbe una bella figura anche oggi che il livello è cresciuto. Però, anche se la curiosità di vederci con qualche anno in meno per misurarsi con le migliori calciatrici di oggi è tanta, credo che alla fine e senza nessun rammarico siamo entrambe felici di aver avuto una carriera così bella e di aver preso parte ad un percorso di sviluppo importante che ha portato il calcio femminile ad avere il riconoscimento che si merita, anche se siamo solamente all’inizio».

Avete condiviso anche la Nazionale, che ricordi hai della maglia azzurra?
T. «Se penso alla Nazionale ho un ricordo bellissimo legato a una partita all’Algarve Cup contro la Germania. Abbiamo vinto 1-0 con un suo goal di testa: la più bassa fra tutte… che fa goal di testa!».
F. «Siamo state compagne di stanza per tanti anni e in questo caso forse ho un ricordo particolare. Prima di una partita di qualificazione contro la Slovenia lei rientrava da un lungo infortunio e in camera, poco prima di andare al campo, le chiesi se era un po’ tesa o emozionata. Lei mi rispose che non lo era per niente. Scese in campo serena. Vincemmo 3-0 con una sua tripletta».

Meglio la Florentia o l’Hellas?
T. «La risposta mi sembra ovvia…».
F. «Secondo voi?».

Meglio i vini di San Gimignano o i vini di Verona?
T. «Nel dubbio scelgo il Cannonau sardo!».
F. «Meglio i vini di Bolgheri, sempre, ma fra Vernaccia e Amarone preferisco il secondo

La passione extra-calcistica dell’altra?
T. «I vini di Silvia… sono un prosieguo della sua carriera come calciatrice, i nomi dei vini riportano a quello che è stato il suo percorso calcistico. ‘Artemio’, che è il nome del papà, riporta per esempio alle sue radici, ai suoi inizi, mentre ‘Giochessa’ è un chiaro riferimento alle sue doti calcistiche, ma sicuramente sarà più brava lei a raccontarveli! I miei preferiti sono i due rossi, ‘Artemio’ e ‘Itinerante’, il suo è un bellissimo progetto».
F. «La passione più grande di Betta credo sia la Sardegna, dove torna ogni volta che può. So che ama la lettura e che studia per diventare fisioterapista».

Ritrovarsi su panchine opposte in Serie A?
T.Non l’avrei mai detto, soprattutto così nell’immediato, avendo smesso entrambe la scorsa stagione. Sarà sicuramente un piacere vederla in campo, anche se preferirei organizzare una cena insieme a lei (ride, ndr)”
F.Sinceramente non avrei mai detto nemmeno che ci saremmo trovate in squadre diverse dalla Torres. Nella nostra mente vestire altre maglie era impensabile, figurarsi allenarle. Invece siamo qua e ci ritroviamo in vesti diverse, con nuovi stimoli ma sempre la stessa passione. Spero che questo sport si arricchisca sempre di più, anche fuori dal campo, della presenza di quelle calciatrici che hanno contribuito al suo sviluppo in questi anni e a tal proposito devo ringraziare chi mi sta dando la possibilità di intraprendere questo nuovo percorso

Quale giocatrice ruberesti all’altra squadra?
T. «Siamo a posto così! Non farei a cambio con nessuna delle loro giocatrici anche se ci sono alcune individualità importanti, ma noi siamo contente delle nostre ragazze
F. «In questa settimana l’ultimo dei miei pensieri è stato questo, preferisco pensare a come aiutare le nostre a superare questo periodo nel migliore dei modi».

Ciò che amate di San Gimignano o di Verona?
T.
«Non vivo a San Gimignano, ma è sempre bello e speciale giocare al “Santa Lucia”, sentiamo molto vicina la cittadinanza, il tifo è molto caldo e fa la differenza giocare davanti a un pubblico così! Sicuramente ci piacerebbe vivere di più anche la cittadina che è uno dei borghi più belli d’Italia, ma ci sarà tempo».
F. «Non ho molto tempo libero e preferisco trascorrerlo leggendo o studiando. Piuttosto mi fermo un po’, dato che sono sempre in viaggio tra Verona e casa, per motivi di lavoro. Quando però veramente posso, allora apprezzo moltissimo il centro di Verona, specie se vissuto con gli amici per visitare qualche ristorante o enoteca».

Che partita sarà Florentia-Verona?
T.
«Mi aspetto una partita combattuta, entrambe le squadre vogliono e devono vincere per riscattarsi dalle ultime partite. Ogni centimetro perso o guadagnato farà la differenza, bisognerà sfruttare ogni occasione al meglio delle nostre possibilità per portare a casa il risultato».
F. «Sarà una partita difficile tra due squadre a caccia di certezze ed equilibrio. Noi vogliamo recuperare fiducia nei nostri mezzi e provare a esprimere le nostre qualità, ancora tutte da mettere in mostra».

Cosa vi direte quando vi incrocerete sul campo?
T.
«Un abbraccio e poi testa al campo, concentrate come sempre. Per tutto il resto ci sarà tempo al triplice fischio».
F. «Ci abbracceremo senza dirci niente per poi ritrovarci e confrontarci ampiamente dopo la partita».

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