Il portiere gialloblù si è raccontato ai microfoni di HV Channel Radio
È una lunga e interessante intervista quella concessa da Lorenzo Montipò ai microfoni di HV Channel Radio: dal lavoro in questa pausa per i Mondiali fino alle prime parate, il portiere gialloblù si è raccontato a tutto tondo.
Di seguito dunque di seguito le principali dichiarazioni rilasciate dall’estremo difensore gialloblù all’emittente ufficiale del club.
LA PAUSA. «Stiamo facendo una sorta di nuova preparazione, anche se avendo già alle spalle quattro mesi di lavoro siamo partiti un po’ più piano rispetto all’estate. È una situazione un po’ atipica, ma stiamo lavorando molto duramente perché dobbiamo farci trovare pronti al 4 gennaio per riscattarci subito dopo il brutto inizio di stagione».
LA SALVEZZA. «L’obiettivo che vogliamo raggiungere è difficile, ma non impossibile. Noi crediamo alla salvezza e grazie a questa sosta ci crediamo ancora di più perché stiamo lavorando bene. Ci sono poi tante partite da giocare, quindi non è finita fino a quando non lo dice la matematica».
LA CARRIERA. «Il mio debutto tra i professionisti risale a circa dieci anni fa: ricordo che ero al Novara e l’allenatore era Aglietti. È stata un’emozione unica. I premi che ho ricevuto? Fa davvero piacere vedere che il lavoro fatto negli anni viene riconosciuto. Voglio ringraziare tutto il Verona per avermi permesso di ricevere gli ultimi premi, anche se penso che ognuno di questi sia un punto di partenza: da qui si cerca di migliorarsi sempre di più».
IL PREPARATORE. «Cataldi ha avuto un grande impatto su di me già a Novara, poi abbiamo preso strade diverse e ci siamo incontrati di nuovo a Verona: questo è stato molto positivo perché partivamo già da una buona base. Sono soddisfatto della scorsa stagione, lui poi mi motiva molto e questo ha un effetto positivo».
I COMPAGNI DI REPARTO. «Per i miei compagni di reparto più giovani, come per esempio Chiesa e Boseggia, non voglio essere quello che giudica, ma provare a spiegare quale scelta prenderei. Non cerco di essere una guida, quanto più un fratello maggiore».
IL RUOLO. «Già dalla tenera età ho sempre voluto giocare in porta, secondo me è il ruolo più bello. Fortunatamente in terza elementare ero abbastanza alto e questo mi ha facilitato».
Bravo anche se a volte fa delle cappellate