
Il patron gialloblù era stato accusato di appropriazione indebita e autoriciclaggio
Si chiude con il dissequestro dei sei milioni e mezzo di euro bloccati dalla Guardia di Finanza lo scorso maggio il caso che aveva visto Maurizio Setti essere accusato di appropriazione indebita e autoriclaggio: come infatti riportato dal sito ufficiale dell’Hellas, la Corte di Cassazione ha dato ragione al patron gialloblù.
Questo infatti il comunicato comparso poco fa sul sito ufficiale del Verona:
«Verona – La Corte di Cassazione, seconda sezione penale, in data 13/04/2022, ha annullato il provvedimento del Tribunale del Riesame di Bologna, che aveva in parte confermato il sequestro preventivo disposto contro Maurizio Setti il 27/04/2021 ed eseguito il giorno 12/05/2021 dalla Guardia di Finanza per 6,5 milioni di euro.
La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso di Maurizio Setti, difeso dal Prof. Avv. Vittorio Manes di Bologna e dall’Avv. Paolo Pasetto dello studio Unilegal di Verona.
Alla base del sequestro, che aveva avuto grande risonanza mediatica, vi era l’accusa contro Maurizio Setti di avere indebitamente utilizzato somme per l’importo di 6,5 milioni di euro, nel contesto della gestione della società Hellas Verona FC S.p.A.
Maurizio Setti ha sin da subito affermato di aver sempre agito in totale trasparenza, nel rispetto della legge e a tutela degli interessi del Club.
E ora questa sua affermazione è avvalorata dal pronunciamento della Corte di Cassazione a lui favorevole».
