Il tecnico gialloblù ha presentato la sfida contro la Juventus ai microfoni della sala stampa di via Olanda

Si è da poco conclusa la conferenza di Igor Tudor, il quale ai microfoni della sala stampa di via Olanda ha presentato il match contro la Juventus in programma domenica all’Allianz Stadium.

Senza perdere tempo, ecco dunque le principali dichiarazioni dell’allenatore del Verona.

LA PARTITA. «Vlahovic è uno degli attaccanti più forti del panorama calcistico e la Juventus ha fatto un investimento importante. È forte, ma si gioca in undici e questo è più importante anche perché affrontiamo una squadra piena di campioni. È una gara emozionante, anche per me perché è la prima volta che vado a Torino da allenatore avversario. Proveremo a fare il nostro gioco dopo due buone settimane di lavoro».

IL MERCATO. «Sono contento di questa sessione di mercato: sono arrivati giocatori che posso aiutarci. Magari avranno bisogno di tempo per entrare nei nostri meccanismi ma avranno i loro spazi. Dietro siamo coperti, abbiamo anche Coppola che è un difensore che mi piace tanto oltre ad alcuni giocatori adattabili. Sulla trequarti ora abbiamo un’alternativa in più e ci serviva. Non ho avuto paura di perdere qualcuno, fosse andato via qualche giocatore lo avremmo sostituito. Io sono tranquillo e ho grande fiducia nel presidente e nel d.s. che negli anni hanno dimostrato di saper portare a Verona giocatori adatti alla squadra».

IL PRESSING. «Siamo contenti di essere una delle squadre che pressa di più in Europa, sono dati che ci fanno felici e vogliamo continuare a farlo e a migliorare. Un tipo di gioco difficile da applicare nelle “big”? Nella vita si può fare di tutto, basta avere i giocatori giusti. Ormai il calcio va in questa direzione, chi non lo capisce resta indietro».

LA JUVENTUS. «Alla Juventus ero giovane quando sono arrivato e sono stato lì otto anni, sono entrato bambino e sono uscito uomo. Sono cresciuto con i vari Iuliano e Montero e ho imparato una cultura del lavoro che non è scontata e che mi ha aiutato molto anche come allenatore. Vincere è l’unica cosa che conta? Il mondo e i tifosi sono sempre più esigenti, stare dietro e speculare non basta. Lo dimostra anche il campionato italiano, come dimostra il grande numero di gol degli ultimi anni. Vincere è importante, ma se posso scegliere vinco 4-3 piuttosto che 1-0».

LA FORMAZIONE. «Sia Kalinic che Lasagna meritano di giocare: Nikola ha fatto gol e assist, Kevin sta bene da un po’. Magari possono partire entrambi dall’inizio… Non posso invece dirvi chi marcherà Vlahovic. La fisicità di Tameze importante in una partita così? Sono d’accordo».

I SINGOLI. «Ilic sta bene, Frabotta martedì si aggregherà alla squadra martedì: ha fatto due settimane di lavoro individuale e non ha più dolore. Spero che possa stare bene fino al termine della stagione. Hongla? Io punto sempre su tutti, poi dipende sempre dai calciatori: nessun allenatore fa giocare chi non merita. Il nostro è un calcio un po’ particolare e serve un po’ di tempo. Martin è un giocatore forte, come abbiamo visto in Coppa d’Africa, quindi lo aspettiamo».

LE MANCATE CONVOCAZIONI. «Simeone e Caprari avrebbero meritato di andare in Nazionale, Gianluca in particolare è stato per distacco il miglior giocatore di gennaio. La Lega di Serie A ha dato il premio a Raspadori, ma ha fatto il 50% di ciò che ha fatto Caprari. Al posto loro comunque me ne fregherei e continuerei a fare queste prestazioni: ciò che conta è sentirsi bene e spaccare tutto, anche perché è l’unica cosa su cui un giocatore può influire. Se poi gli altri, come Mancini o la Lega, non ti vedono, non puoi farci granché… Ciò che conta, come detto, è essere consapevoli della propria forza».