L’ex attaccante gialloblù, raggiunto da L’Arena, ha parlato anche della stagione in corso e di mercato
Nessuna scaramanzia: il Verona è salvo e ormai consolidato nella fascia medio-alta della Serie A. Parole di Domenico Penzo, il quale raggiunto da L’Arena ha parlato della stagione in corso, di mercato e di Setti, ma non solo.
Di seguito, dunque, le sue principali dichiarazioni.
IL CAMPIONATO. «Il Verona si è radicato in Serie A, per di più in una fascia medio-alta. È una squadra straordinaria che ha un’enormità di punti e che è consapevole della propria forza. Il fatto che il campionato sia influenzato dal Covid non deve togliere meriti a questo Hellas. Già salvi? Sì, sono tranquillo».
L’ATTACCO. «Simeone ha avuto un calo, ma sono cose che capitano e non bisogna farne un dramma. Il riscatto? Dipende anche dal giocatore: qui sa qual è l’obiettivo, se avrà la la stessa voglia di quando è arrivato non avrei dubbi e lo riscatterei. Barak è fortissimo, copre più ruoli e vede la porta: a Verona ha trovato collocazione e ambiente, se andrà via lo farà per approdare in un grande club. Mi piace molto anche Caprari, uno che all’Hellas riesce a esprimersi. Kalinic è una punta vera, gioca poco ma segna, mentre Lasagna mi sembra quello più in difficoltà».
IL MERCATO. «Credo sia giusto che Casale e Barak siano sul mercato, a patto che si segua la strada di sempre: uno o due sacrifici importanti seguiti dall’arrivo di giocatori importanti. Acquisti? Prenderei un regista: Veloso non è eterno e Ilic secondo me è più un centrocampista offensivo. Poi prenderei un centrale difensivo, Due acquisti mirati e l’anno prossimo saremo ancora qui a celebrare il Verona».
IL PRESIDENTE. «Ho già espresso il mio giudizio positivo in favore di Setti, un presidente che ha saputo circondarsi di persone competenti come Tony D’Amico. Negli ultimi tempi ha pure allargato i cordoni della borsa, un fatto non secondario: ha capito che la squadra è stabile, quindi meglio spendere un po’ di più per avere la certezza di rimanere in Serie A».
IL MISTER. «Subentrare non è mai facile, ma Tudor ha fatto un grande lavoro e sicuramente merita la riconferma. Ha mantenuto i concetti di Juric, vuol dire che è un tecnico intelligente ed esperto: per inserire novità c’è sempre tempo. A volte ha avuto anche un pizzico di fortuna, ma i risultati ottenuti sono sempre arrivati attraverso il gioco».