L’ex tecnico gialloblù, raggiunto da L’Arena, è tornato a parlare della famosa retrocessione del 2007
Spezia-Verona non riporta alla mente solo la grande rovesciata di Zaccagni: la retrocessione del 2007 è infatti una ferita ancora aperta in casa gialloblù, figuriamoci poi per chi, come Gian Piero Ventura, ha vissuto quel k.o. in prima persona.
Raggiunto dai colleghi de L’Arena, l’ex tecnico dell’Hellas non ha infatti nascosto tutta l’amarezza per una discesa in Serie C probabilmente non meritata per quanto fatto vedere durante il girone di ritorno.
Di seguito, dunque, le sue principali dichiarazioni.
“QUELLA” RETROCESSIONE. «Arrivai in un Verona che nel girone d’andata aveva segnato cinque o sei gol e, grazie alla spinta dei tifosi e al mercato di gennaio, facemmo quasi quaranta punti. Lo spareggio del Picco? Dominammo la partita e a pochi minuti dal termine vincevamo per 0-1, poi arrivò il crollo. Si vede che era destino, dovevamo retrocedere, ma quella squadra non meritava la Serie C».
L’HELLAS DI OGGI. «Il Verona sta facendo davvero bene, Tudor è stato bravissimo anche perché subentrare non è mai facile. Igor ha preso una squadra a zero punti, ha proseguito il lavoro di Juric mettendoci del suo e ha fatto bene. L’Hellas raggiungerà il proprio obiettivo perché ha un bel gioco, un’ottima rosa e le inseguitrici sono molto distanti. Chi avrei voluto con me? Sicuramente Barak, è un giocatore che sa dialogare con tutti e in tutti i modi. L’ambiente poi ha rigenerato Simeone, un giocatore che è sempre stato forte ma che a Cagliari è stato fermato da qualche scoria».
LA SERIE A. «Questo campionato è falsato dal Covid e credo anche che ci siano troppe partite, però almeno questi fattori lo rendono avvincente: ci sono tante squadre a lottare per scudetto ed Europa».
Si però te ghe le fatta