L’ex centrocampista gialloblù, raggiunto da L’Arena, ha parlato anche del grande amico Eusebio Di Francesco
C’era anche Damiano Tommasi alla cerimonia del Galà del Calcio del Triveneto: l’ex presidente dell’AIC era infatti presente alla consegna dei riconoscimenti relativi alla scorsa stagione.
Raggiunto per l’occasione dai colleghi de L’Arena, l’ex centrocampista ha ovviamente parlato anche di Hellas, concentrandosi in particolare sul cambio di allenatore ma toccando anche altri argomenti.
Di seguito, dunque, le sue principali dichiarazioni.
DI FRANCESCO. «Ho sentito Di Francesco poco dopo l’esonero e ovviamente era dispiaciuto, ma per uno abituato a costruire progetti come è lui è normale. Per Eusebio quella di Verona era una sfida importante in una piazza importante: interromperlo all’inizio del percorso è stato spiacevole, ma prima di cambiare la società avrà fatto le proprie valutazioni e, con il senno di poi, ha fatto la scelta più saggia».
TUDOR. «Tudor ha riportato lo spirito di Juric in una squadra che ritrova le proprie sicurezze in quel modo di interpretare le partite. Mi ha stupito la velocità con cui ha saputo rialzare l’Hellas: le sue prime partite erano complicate, ma lui ha saputo condurle in porto».
I SINGOLI. «Fossi un avversario, oggi al Verona toglierei ovviamente Simeone perché ogni pallone che tocca lo trasforma in gol. Poi c’è Barak, un giocatore che dopo l’Europeo aveva magari bisogno di carburare, ma che ora è un valore aggiunto».
GLI OBIETTIVI. «Certe società non devono mai perdere di vista la loro natura, l’importante è mantenere la continuità. La zona Europa? Gli obiettivi specifici possono pure cambiare in corsa, ma l’operazione resta complicata».