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Simeone: “Verona una famiglia. Contro la Lazio potevo segnare altri due gol”

Il Cholito, raggiunto da La Gazzetta dello Sport, ha parlato della splendida giornata vissuta domenica e non solo

Giovanni Simeone è senza dubbio l’eroe della splendida: autore di ben quattro gol in una singola partita, il Cholito si è preso la scena in un pomeriggio che né lui né i tifosi gialloblù dimenticheranno presto.

Raggiunto dai colleghi de La Gazzetta dello Sport, l’attaccante ha dunque parlato del poker messo a segno contro la Lazio ma non solo.

Di seguito, quindi, le sue principali dichiarazioni.

L’HELLAS. «Al Verona siamo come una famiglia, inoltre raramente ho visto un tifo così caldo. È fantastico!».

LA LAZIO. «Non ero mai riuscito a segnare quattro gol e poche volte ne ho fatti tre. Anche stavolta però non ero del tutto soddisfatto: potevo farne altri due. Il più bello è stato il secondo, ma il quarto è stato il più importante perché ho detto a me stesso che potevo andare oltre la tripletta e ho superato il mio limite. Il cross di Faraoni, poi, era perfetto. Paura dopo il 2-1? È normale che in una gara ci siano momenti difficili, ma contro la Lazio siamo rimasti tutti compatti e abbiamo lottato insieme. Anche dopo il terzo gol non ero tranquillo, tuttavia ora abbiamo capito che possiamo tenere il risultato e anche che sul 2-0 dobbiamo andare avanti».

PAPÀ DIEGO. «Mio padre era molto felice, mi ha detto che ho disputato la mia migliore partita in carriera. Mi ha detto di non avermi mai visto così e di aver apprezzato il fatto che io non abbia perso palloni e abbia aiutato i miei compagni».

LAVORO PSICO-FISICO E… ROCKY. «Domenica mattina non mi sono svegliato bene, avevo mal di schiena e infatti ho chiesto subito di lavorare sulla mobilità, dopodiché ho fatto i miei giochi di concentrazione sul computer. Ho lavorato per arrivare alla partita meglio possibile e poi ho guardato un film di Rocky, lo faccio sempre quando ho bisogno di una carica extra. Penso sempre alla frase “la vita ti mette spesso in ginocchio e non importa quanto colpisci, importa è quante volte ti rialzi”. Non c’è alcun segreto, solo tanto lavoro e meditazione. Il taccuino con gli appunti? Questa volta avevo studiato più Reina dei difensori, anche se sapevo che Radu avrebbe potuto essere in difficoltà dopo essere stato fermo così a lungo».

IL “PARTNER IN CRIME”.  «Caprari mi ha messo davanti alla porta per due volte. Con lui mi trovo molto bene perché è un grande giocatore e si sta prendendo la vetrina che si merita, inoltre è una persona molto brava e tranquilla. Siamo in sintonia anche fuori dal campo, ma mi trovo molto bene anche con Kalinic e Lasagna. In generale comunque mi sono inserito facilmente perché ho trovato uno “zoccolo duro” di giocatori dalla mentalità dallo spirito di sacrificio straordinari».

GLI OBIETTIVI. «Ora sono a sei gol, gli stessi di tutto l’anno scorso. A Cagliari avevo segnato cinque reti in sette partite, avevo conquistato la Nazionale e tutti parlavano di me, poi ho avuto il Covid e non ho più giocato. Mio padre dice che puoi godere solo la notte dopo un trionfo perché il giorno dopo è già un’altra storia, dunque aspettiamo e vediamo. L’obiettivo di squadra? Sempre la salvezza. A fine stagione, comunque, vedremo dove saremo arrivati».

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