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Simeone: “L’ottimo avvio di campionato? Merito di lavoro, studio e meditazione”

L’attaccante gialloblù ha parlato a La Gazzetta dello Sport dei propri “segreti”

Duro lavoro (anche… in viaggio di nozze!), studio e meditazione: sono questi i “segreti” rivelati dal Cholito Simeone a La Gazzetta dello Sport durante l’intervista concessa alla Rosea e comparsa sull’edizione odierna del quotidiano.

Senza perdere tempo, ecco dunque le principali dichiarazioni dell’attaccante gialloblù.

L’EXPLOIT INIZIALE. «Mi aspettavo questo avvio di campionato per vari motivi: mi sono preparato tantissimo per questa stagione e ho tanta fiducia in me stesso e nella squadra. Credo nell’idea e nell’identità del Verona, lavoriamo e pensiamo tutti allo stesso modo. Mi rispecchio nell’Hellas e mi sembra di essere qui da una vita».

LA SCELTA DI VERONA. «Quest’estate mi ha chiamato il direttore D’Amico e mi ha fatto capire quanto l’Hellas mi volesse. Secondo lui in questo gruppo potevo entrarci perfettamente e aveva ragione. Identificarmi così tanto nella filosofia e nella determinazione del Verona mi ha aiutato a scegliere».

LA SVOLTA. «Mi sono dato una regola: fare tutti gli allenamenti e tutte le partite sempre al massimo, già da questa estate. Per fare un esempio, sono andato alle Maldive in viaggio di nozze e ho lavorato tutti i giorni. Per fortuna a mia moglie piace la palestra, altrimenti divorziava all’istante! Ora che ho giocato bene queste cinque gare è il momento per spingere ancora di più, non di rilassarsi, anche perché sta arrivando un ciclo durissimo. Poi, oltre al lavoro, studio le mie partite e gli avversari, inoltre medito. Insomma, cerco di migliorarmi in ogni dettaglio con il lavoro continuo e soluzioni nuove. L’anno scorso mi sono un po’ perso, ma ora sto molto meglio fisicamente e mentalmente».

IL MISTER E I COMPAGNI. «Tudor è un allenatore di grande personalità e ci ha trasmesso entusiasmo ed energia. La squadra aveva bisogno di essere motivata. Kalinic? È forte e ora che l’ho conosciuto posso anche dire che è un bravo ragazzo: parliamo molto anche se siamo “rivali”, il che è molto importante. Credo che in determinate occasioni potremmo anche giocare insieme…».

GLI OBIETTIVI. «Ciò che mi importa è continuare a essere me stesso anche nelle difficoltà: con gol o assist, giocando bene o male, ma sempre sul pezzo. Il mio sogno è arrivare a fine carriera in pace con me stesso, sapendo di aver dato tutto quello che potevo».

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