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Tudor: “Verona una bella chance, ora tocca a me. Il modulo? Spero uno vincente”

Il nuovo tecnico gialloblù nel pomeriggio si è presentato ai microfoni della sala stampa di via Olanda

Si è da poco conclusa la conferenza stampa di Igor Tudor, il quale a partire dalle 17 si è presentato ai tifosi gialloblù rispondendo alle domande dei giornalisti presenti in via Olanda.

Prima di lui, però, ha parlato il d.s. D’Amico, di cui vi riportiamo le parole:

«Quando si fanno queste scelte c’è grande dispiacere a livello umano e professionale per un grande allenatore e una grande persona con Eusebio Di Francesco. L’esonero dopo tre giornate arriva in quanto è venuta meno la prospettiva in un progetto ed è cambiata una modalità di lavoro che non ritenevamo più idonee a una squadra come il Verona, un gruppo con un DNA ben definito che si sarebbe perso. Ciò vuol dire che abbiamo sbagliato quest’estate, quindi abbiamo deciso di intervenire al più presto. Abbiamo bisogno di ritrovare il nostro spirito e di tornare ad affrontare tutte le squadre con coraggio e ambizione, quindi abbiamo affidato la guida tecnica a Igor Tudor, un profilo che avevo già sondato in estate. Lo staff? Gran parte è “societario”, con Salvatore Bocchetti che ricoprirà il ruolo di secondo. Per il resto, ci siamo presi un po’ di tempo per decidere dove intervenire».

Di seguito, invece, ecco le principali dichiarazioni del nuovo allenatore dell’Hellas.

I CONVENEVOLI. «Vorrei ringraziare il d.s. e il presidente per avermi concesso questa opportunità: per me è una bella chance e spero di mettere in mostra le mie qualità. Mi trovo in un grande club e in una società “semplice” che ti permette di lavorare, ora sta a me fare bene. Cosa mi hanno chiesto? Non mi hanno chiesto niente di particolare, solo di fare il mio lavoro. Penso mi abbiano scelto perché ho qualche idea che piace».

IL GRANDE AMICO. «Io e Juric siamo amici, ci conosciamo sin da piccoli e parliamo spesso e tanto di calcio, anche se negli ultimi due giorni non ci siamo sentiti. Sotto l’aspetto tattico ognuno ha il suo modo di vedere il calcio, abbiamo similitudini e differenze. Ora Ivan è uno dei più forti in Italia e penso di dirlo in modo obiettivo, a prescindere dalla nostra amicizia. Paragone ingombrante? Basta che non lo facciate voi (ride, ndr)! Mi basterebbe replicare anche solo qualcosina del suo grande lavoro».

LE IDEE. «Come tutti gli allenatori voglio dare bel gioco, corsa e aggressività, ma l’obiettivo primario è fare punti. Chiaro che ci vorrà un po’ di tempo per trasmettere le mie idee. Il modulo? Spero sia un modulo vincente, l’importante sono lo stile e il modo di giocare. Mi piacerebbe avere un po’ più tempo, invece abbiamo tante partite, ma la situazione va accettata e bisogna andare avanti. In generale comunque sono fiducioso».

LA SQUADRA. «Abbiamo fatto due allenamenti davvero belli, oggi poi abbiamo cominciato a spingere. Ho trovato giocatori forti e con una buona mentalità. Si sono rivelati molto disponibili e spero che già domenica si vedrà qualcosa. Non credo peraltro che questa squadra meritasse tre sconfitte, ma alla fine a fare la differenza sono stati i dettagli. Cosa manca? Non voglio commentare il lavoro di chi è stato qui prima di me, è un’analisi che non mi piace fare».

LA JUVE. «Tutte le esperienze sono belle, quindi anche quella da vice-allenatore di Pirlo, una persona con cui mi  mi sono trovato benissimo sotto l’aspetto umano e professionale. Conosce tanto il calcio e avrà una bella carriera. È stata un’esperienza diversa e interessante».

I SINGOLI. «Kalinic è un giocatore che ha concluso lo scorso campionato in crescita: è un giocatore importante e potrà fare bene. Lasagna, Barak e Günter? Li ritrovo più forti, sono cresciuti e hanno fatto grandi cose per la squadra. Sono contento di averli in rosa».

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