Il collega del quotidiano piemontese ci ha presentato la sfida di domenica dal punto di vista granata

Reduce dal pareggio contro lo Spezia, l’Hellas domenica andrà a caccia di una vittoria che ormai manca da più di un mese: avversario di giornata però sarà il Torino, squadra ancora in lotta per la salvezza e quindi decisamente motivata a dare il massimo per tirarsi fuori il prima possibile dalle zone più pericolose della classifica.

Ma che Toro arriverà al Bentegodi? per saperne di più abbiamo raggiunto Alessandro Baretti, collega di Tuttosport, il quale ci ha presentato il match dal punto di vista granata. Di seguito dunque la nostra nuova Penna in Trasferta.

Che Torino arriva alla sfida contro l’Hellas?
«È un Toro che arriva carico dopo i tre punti presi contro il Parma, una vittoria importante non solo perché ha escluso dalla corsa-salvezza una diretta concorrente, ma anche perché è arrivata alla viglia del 4 maggio (anniversario della tragedia di Superga, ndr). Dal punto di vista della prestazione non abbiamo visto un Torino particolarmente brillante, ma l’importante era portare a casa il risultato per poter poi preparare al meglio la trasferta di Verona».

Un’altra stagione più complicata del previsto per il Toro: come mai?
«Il primo errore credo sia stato fatto già quest’estate, quando si è deciso di affidare la squadra a Giampaolo, un allenatore al quale non è stato consegnato un gruppo inadatto al suo modulo di gioco: il suo credo calcistico si basa infatti sul 4-3-1-2, ma in sede di mercato è mancato l’acquisto di un regista, ruolo che ha dovuto ricoprire Rincon. A questo si univano poi le scorie della stagione precedente, un’altra annata difficile, e qualche difficoltà ambientale. Con l’arrivo di Nicola però le cose sono cambiate: il nuovo tecnico è stato bravo a compattare il gruppo e a recuperare chi era ai margini. Gli acquisti di Mandragora e Sanabria, poi, gli hanno permesso di dare la svolta».

Il Verona invece è reduce da una buona stagione, ma ultimamente sembra aver staccato la spina…
«Secondo me potersi permettere di staccare la spina a dieci giornate dalla fine è un grande merito: forse spingendo un po’ di più l’Hellas avrebbe potuto provare a giocare per l’Europa, ma probabilmente la qualità tecnica, nonostante il grande lavoro di Juric, non è ancora sufficiente per raggiungere quell’obiettivo. In generale, comunque, credo che il bicchiere del Verona sia assolutamente mezzo pieno».

C’è il rischio che questo “rilassamento” del Verona tragga in inganno il Torino?
«Credo che il Toro debba stare molto attento: scendere in campo pensando di trovare un Verona rinunciatario sarebbe un errore, anche perché dopo gli ultimi risultato l’Hellas potrebbe anche avere un moto di orgoglio. Servirà scendere in campo con la massima concentrazione e non pensare che quella del Bentegodi sia una trasferta facile per non ritrovarsi poi a giocarsi la salvezza negli scontri diretti contro Spezia e Benevento e nel match contro la Lazio».

Nell’ambiente Toro era circolato anche il nome di Juric: quanto c’è di vero?
«Durante la scorsa estate il Torino ha certamente pensato a Juric e il suo era tra i nomi più papabili per il dopo-Longo, ma alla fine lui ha scelto di rimanere a Verona e quindi non se n’è fatto niente. Per il futuro invece è tutto da valutare, ma Nicola ora sta facendo molto bene ed è probabile che, se dovesse arrivare la salvezza, la società scelga di proseguire con lui».

Che partita sarà quella di domenica?
«Al contrario della sfida contro il Parma, una gara caratterizzata da una manovra poco fluida e da poche occasioni da rete, credo che con l’Hellas vedremo una partita meno “chiusa”: il Verona, nonostante gli ultimi risultati, gioca senza troppa pressione e quindi sarà più propenso a giocarsela a viso aperto. Il Torino dovrà fare molta attenzione in fase difensiva, affidandosi poi a Sanabria e Belotti. Il Gallo peraltro ha segnato solo una rete nelle ultime undici gare giocate, quindi avrà senz’altro voglia di rifarsi».