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Kalinic: “Pronto per il rush finale. Verona mi ricorda Spalato: qui mi sento a casa”

L’attaccante croato scalpita per tornare in campo e lo dimostra durante l’intervista rilasciata a La Gazzetta dello Sport

È un Nikola Kalinic che muore dalla voglia di tornare in campo quello raggiunto da La Gazzetta dello Sport per l’intervista comparsa sull’edizione odierna del quotidiano: l’attaccante gialloblù ai microfoni della Rosea ha infatti fissato la data del proprio rientro al prossimo 3 aprile, dicendosi pronto a dare tutto da qui a fine stagione.

Di seguito, dunque, le sue principali dichiarazioni.

LO STATO DI FORMA. «Finalmente posso ricominciare: penso di poter tornare già contro il Cagliari. Prima mi sono fatto male al flessore della gamba sinistra, poi a quello della destra, e credo che su questo abbia inciso il fatto di non aver partecipato al ritiro: quando riprendi dopo essere stato fermo a lungo non è mai facile. Ora comunque sto bene e nelle dieci giornate che mancano darà tutto per l’Hellas».

IL PERIODO. «Arriviamo da tre sconfitte di fila, ma francamente Milan e Atalanta sono squadre di vertice, più forti di noi, e l’hanno dimostrato. Il rammarico è per il k.o. contro il Sassuolo: avremmo meritato di più, ma è girata male. Prima di queste battute d’arresto avevamo giocato bene diverse partite, quindi lavoriamo per tornare a quei livelli».

L’OBIETTIVO. «Bisogna essere obiettivi: il distacco dall’Europa League è tanto e arrivare più su di dove siamo è molto difficile, però una volta raggiunta la salvezza avremo la mente libera e questo potrebbe giocare a nostro vantaggio, permettendoci di esprimerci al massimo. Una volta arrivati a fine stagione, vedremo dove saremo arrivati».

IL MISTER. «Juric mi aveva già chiamato quando sono andato alla Roma e a ottobre, a due giorni dalla fine del mercato, l’ha rifatto dicendomi che Verona sarebbe stato il posto giusto per me. Questa volta ho accettato subito, anche perché conosco molto bene il mister: abbiamo anche giocato insieme in Nazionale. Com’era da giocatore? Determinato e con le idee chiare, proprio com’è da allenatore. Con lui si lavora tanto, anche più che con Simeone».

GLI ALLENATORI. «Simeone è uno degli allenatori più tosti che abbia mai avuto insieme a Gattuso e a Juric. Ho un bel rapporto con Paulo Sousa, ci sentiamo ancora. Ora è CT della Polonia e mi ha chiamato per chiedermi di Dawidowicz: gli ho detto che è forte e l’ha convocato. L’addio di Prandelli? Sono questioni personali, è una scelta che va rispettata così come va rispettato il momento che sta vivendo. È un uomo di estremo valore».

VERONA CITTÀ. «Ho giocato in molti posti diversi, ma l’Italia e la Spagna sono i miei Paesi preferiti per mentalità della gente e clima. Verona? Ho adorato Madrid, Milano e Firenze, ma Verona è quella che mi ricorda di più la mia Spalato. Qui mi sento a casa».

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3 anni fa

Tanti giocatori hanno dato il massimo tocca a te adesso fare vedere il talento e la voglia

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3 anni fa

….DI FATTI ..!!!! TE SI SEMPRE SUL DIVANO ….

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3 anni fa

Mah

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