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Luciano Marangon: “Non volevo andare all’Hellas, ma furono tre anni meravigliosi”

MARANGON

Il campione d’Italia 84/85 si è raccontato ai microfoni del Corriere di Verona, spendendo anche due parole sulla sfida in programma domenica

Un spirito libro, sia da calciatore che dopo il ritiro: Luciano Marangon non ha mai amato restare negli schemi, preferendo sempre fare di testa sua.

A confermarlo, se ancora ce ne fosse bisogno, è lo stesso campione d’Italia 84/85 durante un’intervista concessa al Corriere di Verona e comparsa sull’edizione odierna del quotidiano.

Senza perdere tempo, andiamo quindi subito a vedere le sue principali dichiarazioni.

LIBERO E FELICE… «In vita mia ho sempre inseguito la libertà e la felicità, mi piace viaggiare in posti dove c’è il mare e incontrare persone interessanti e sorridenti. Fino a poco tempo fa avevo u ristorante a Ibiza, ma ora mi è scaduta la licenza e sto pensando di aprirne uno in Sardegna. Magari, però, domattina mi sveglio, faccio la valigia e vado a Honolulu…».

… ANCHE DA CALCIATORE. «Sono cresciuto nella Juventus, ma quando provarono a mandarmi in prestito al Catanzaro rifiutai e Boniperti mi disse che sarei diventato un grande calciatore, ma che non avrei mai giocato nella Juve. Il ritiro? Era all’Inter, avevo 31 e volevo cambiare aria andando al Tottenham, ma ero legato alla società da altri due anni di contratto. Chiesi di abbassare le pretese per lasciarmi andare, ma dopo un mese di trattative senza nulla di fatto minacciai di non giocare più. Non mi credettero, così io feci le valigie e me ne andai a New York, sparendo nel nulla».

PABLITO. «Con la morte di Paolo Rossi ho perso un fratello. Prima che arrivasse al Vicenza dissi al presidente di prenderlo perché non se ne sarebbe pentito. A volte penso ancora a Pablito, certe persone non se ne vanno mai».

L’HELLAS. «Prima di arrivare al Verona avevo un accordo con il Milan ed ero tranquillo in vacanza, quando lessi di essere stato venduto all’Hellas. Sparai alto sull’ingaggio per non andarci, ma la società accettò… Furono tre anni meravigliosi! Bagnoli era un allenatore intelligente e preparato che con Mascetti costruì una squadra perfetta in campo e un bel gruppo di amici al di fuori di esso».

DOPPIO EX. «In carriera ho giocato sia nel Verona che nel Napoli, e mi sono trovato bene in entrambe le piazze. Un pronostico per la partita di domenica? L’Hellas merita la classifica che ha, mentre la squadra di Gattuso è in ripresa e punta in alto: dico 3-3 e tutti felici!».

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