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L’avversario in pillole: ecco la Lazio di Inzaghi

Modulo, punti forti, punti deboli e tanto altro: andiamo a dare un’occhiata un po’ più approfondita ai biancocelesti

Ci avviciniamo sempre più alla sfida contro la Lazio, un match che in caso di vittoria potrebbe davvero certificare la fama di “ammazza-grandi” della squadra di Juric, oltre a regalare almeno per una notte il sesto posto in classifica.

Proprio per l’importanza del match, aiutati anche dai colleghi di SoloLaLazio, abbiamo quindi deciso di analizzare a fondo l’avversario odierno. Di seguito, dunque, il risultato del nostro focus sui capitolini.

COME GIOCA
Da quattro anni Inzaghi ha imperniato la squadra su un 3-5-2 che fa della spinta dei “quinti” il vero marchio di fabbrica. Il gioco sugli esterni permette di liberare spazi sulle corsie centrali per gli inserimenti delle mezzali. A Lucas Leiva il compito di equilibrare la manovra, schermando i tre difensori sulle ripartenze avversarie. Poi, in qualche modo, Luis Alberto la palla a Immobile la fa arrivare sempre. E lì sono dolori per tutte le difese.

IL RENDIMENTO
La Lazio, con cinque vittorie, due pareggi e tre sconfitte si presenta oggi in campo con un punto in meno dell’anno scorso. L’avvio di stagione è stato condizionato da Covid e infortuni che non hanno permesso a Inzaghi di disporre a pieno dell’organico. Gli sforzi profusi in Champions League hanno fatto perdere brillantezza (e quindi punti) in campionato. Ma non hanno fatto venir meno la tenacia, come dimostrano i tanti gol segnati nei minuti finali, pur in situazioni di difficoltà. Paradossalmente la squadra sembra soffrire più le sfide con le squadra di media classifica (come dimostrano i capitomboli contro Sampdoria e Udinese) che gli scontri diretti (pari con Inter e Juventus).

IL PUNTO FORTE
Il palleggio e la manovra collettiva che gli uomini di Inzaghi propongono hanno strappato applausi un po’ da tutti. La pazienza con cui i biancocelesti girano il pallone unita alla velocità delle verticalizzazioni improvvise rende pericolosi, di fatto, tutti e dieci gli uomini di movimento. A questo si aggiunge la capacità di Correa, Luis Alberto e anche Milinkovic.Savic di saltare l’uomo per creare la superiorità numerica o comunque di superare il pressing avversario.

IL PUNTO DEBOLE
Le disattenzioni difensive, specialmente sotto pressione, quest’anno si sono moltiplicate. Una delle migliori difese della passata stagione attraversa ora una fase di scarsa lucidità a cui Inzaghi non è riuscito ancora a porre adeguato rimedio. E c’è anche l’inesperienza di alcune riserve. Quando i “big” escono dal campo nessuno dei nuovi arrivati ha ancora fatto vedere di poter garantire con continuità lo stesso rendimento.

IL GIOCATORE DA TEMERE
214 gol in carriera. 136 con la Lazio (il migliore biancoceleste di sempre nel dopoguerra), record di marcature in una stagione di serie A con 36 centri, che gli sono valsi la Scarpa d’Oro l’anno scorso. Tre volte capocannoniere del campionato (due negli ultimi quattro anni). Serve altro per capire quanto possa essere pericoloso non marcare adeguatamente Ciro Immobile?

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