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ESC. CH – Spinozzi: “Hellas e Lazio mi hanno cambiato la vita. Rivedere Verona mi ha commosso”

L’ex difensore gialloblù e biancoceleste si è raccontato in esclusiva ai nostri microfoni a poche ore dalla sfida del Bentegodi

È un grande affetto quello che lega Arcadio Spinozzi all’Hellas Verona e alla Lazio: l’ex difensore, raggiunto dai nostri microfoni in vista del match di stasera, non ha infatti mancato di rimarcare più volte il proprio legame con i colori gialloblù e biancoceleste.

Senza tanti giri di parole, andiamo quindi subito a vedere cosa ci ha raccontato durante la nostra intervista esclusiva.

Oggi si affrontano due squadre del tuo passato: che ricordi ti tornano in mente?
«Sono i ricordi sono quasi un’intera carriera, ricordi straordinari. Il Verona mi consentì di giocare in Serie A: lì trovai un ambiente straordinario e una città meravigliosa ho avuto modo di rivedere il 1° maggio dell’anno scorso (durante l’evento I nostri anni Settanta, ndr). La Lazio è stata la società ho vissuto anni in cui è successo di tutto: tre giorni dopo il mio arrivo fummo retrocessi in Serie B per illecito sportivo (il famoso scandalo del Totonero, ndr). Fu un periodo difficilissimo e ci volle un po’ di tempo per risanare e ricreare l’ambiente, ma anche lì vissi momenti di gioia ed esaltazione. Diciamo che Verona e Lazio mi hanno fatto crescere come calciatore e come uomo. Alcuni episodi poi hanno del tutto cambiato la mia vita, come l’incidente ferroviario della Freccia della Laguna (era il 15 aprile del ’78: il bilancio fu di 48 morti e 76 feriti; la squadra e lo staff del Verona ne uscirono illesi, ndr)».

Hai parlato de “I nostri anni Settanta“: cosa ci dici di quella serata?
«È stato davvero bello poter tornare a Verona. Addirittura arrivai il giorno prima per visitarla un po’. Ho rivisto Piazza Bra, Piazza Dante e Piazza Erbe, la zona in cui più o meno abitavo io, ma anche tutti i vicoletti che percorrevo tutti i giorni. Mi sono davvero commosso. Poi quella notte Chicco Guidotti mi ha portato a vedere la zona di Castel San Pietro di notte: davvero magnifico…».

Come giudichi la stagione di Hellas e Lazio?
«Penso che entrambe le squadre abbiano disputato un campionato eccezionale. La Lazio ha raggiunto l’obiettivo previssato a inizio stagione, che era quello della zona-Champions, arrivando anche a un solo punto dalla Juventus. Prima del lockdown la squadra sembrava davvero inarrestabile. Il Verona è invece stata una piacevolissima sorpresa: speravo potesse raggiungere la salvezza, ma non avrei mai pensato potesse fare così bene. L’Hellas ha giocato sempre senza alcun timore reverenziale, mettendo sotto squadre di altissimo livello, andando oltre ogni più rosea aspettativa e raggiungendo una posizione di classifica meritata. Sono davvero contento per entrambe, perché sono due società che ho nel cuore».

Chi è il l’uomo-simbolo di questo Verona?
«Ho visto diverse volte giocare il Verona, e non so se c’è davvero un uomo-simbolo. C’è quello con più esperienza, quello che dà più equilibrio… È tutto l’insieme, l’organizzazione, la voglia di essere propositivi e di darsi sempre una mano l’un l’altro a fare la differenza. La squadra sa come muoversi sia in fase di non possesso che quando recupera la palla».

Diciamo quindi che potrebbe essere Juric il “simbolo” che cerchiamo?
«Sicuramente il mister ha grandi meriti. Mi piacerebbe chiedergli se avrebbe mai pensato di raggiungere livelli simili…».

Parlando proprio di Juric, il Verona l’ha riconfermato per tre anni: è l’inizio di un progetto che potrà portare l’Hellas a essere stabilmente in Serie A dopo anni molto tribolati?
«Penso che l’obiettivo sia quello e ci sono le basi e le persone per raggiungerlo. Sappiamo che nel calcio ci sono molti equilibri delicati, però cercare di dare continuità a quanto di buono visto finora è stato importante».

Che partita ti aspetti?
«Spero sia una buona partita: la Lazio magari ha qualche stimolo in più, ma si affronteranno due squadre organizzate per un gioco spettacolare. Non è detto che non essendoci in palio grandi obiettivi si giochi a bassi ritmi, anzi, potrebbe anche essere vero il contrario. Pronostici però non ne faccio, anche perché non vorrei veder perdere nessuna delle due squadre. L’unica cosa che mi auguro è che nessuno si faccia male, visto che giocando ogni tre giorni i giocatori vengono messi a dura prova».

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3 anni fa

Grande Spina che anni che grinta serio professionista ??

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