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Ferrante: “A Verona segnai poco, ma ne ho comunque un ricordo magnifico”

Il doppio ex di Torino-Hellas, raggiunto da L’Arena, ha parlato del proprio passato a tinte gialloblù, ma non solo

Nonostante la retrocessione, il ricordo di Verona resta magnifico: sono parole al miele quelle spese da Marco Ferrante ai colleghi de L’Arena, i quali lo hanno raggiunto per scambiare due chiacchiere in vista della sfida di stasera.

Di seguito, infatti, le principali dichiarazioni del doppio ex di TorinoHellas.

IL TORINO. «Senz’altro il Torino ha vissuto una stagione altalenante, se non proprio da dimenticare. Certamente la salvezza non era l’obiettivo prefissato a fine stagione, quindi non raggiungerla sarebbe stato catastrofico. Spero che l’anno prossimo possa andare tutto diversamente».

L’HELLAS. «Credo che davanti a questo Verona ci si possa solo togliere il cappello. È la squadra che all’inizio tutti davano per spacciata e invece a fari spenti ha fatto grandi cose. L’Europa? A un certo punto ci avevo creduto e un po’ mi dispiace: se l’Hellas ce l’avesse fatta, sarebbe stato un bel romanzo calcistico. Comunque nessun rimpianto, quanto fatto va benissimo. Questo Verona ha divertito, speriamo possa farlo anche l’anno prossimo».

MERITO DI TUTTI. «Juric sa il fatto suo ed è un allenatore da grandi piazze. Con lui puoi costruire nel tempo. Importante quest’anno è stato anche il lavoro della Società, brava a costruire un squadra perfetto per Ivan, e ovviamente ai giocatori, i quali hanno dimostrato di avere qualità e gamba».

I GIOCATORI. «Nel Verona sono in tanti ad aver fatto la differenza. Amrabat ha fatto qualcosa di eccezionale, ma era comunque circondato da un gruppo di buone individualità che sotto la gestione di Juric sono diventate super».

IL PASSATO GIALLOBLÙ. «Sono arrivato a Verona (seconda metà della stagione 2006/2007, ndr) a fine carriera: ho segnato poco e alla fine siamo retrocessi in Serie C, ma il ricordo è comunque magnifico. Trovai una città magnifica e un pubblico favoloso, attaccatissimo alla propria squadra. Mi spiace che il Coronavirus abbia svuotato gli stadi, perché il Bentegodi pieno è da brividi. A prescindere dai risultati, per un giocatore andare a Verona è da leccarsi le dita».

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