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Ferrari: “Verona da Europa. Avrei voluto regalare la Serie A a Martinelli”

L’ex bomber gialloblù, raggiunto da L’Arena, si è raccontato tra vittorie e rimpianti

Una splendida promozione in Serie B, ma anche qualche rimpianto che tuttavia non scalfisce l’amore per Verona: è stata un’intervista tra gioie e dolori quella concessa da Nicola Ferrari ai colleghi de L’Arena.

Di seguito, infatti, le principali dichiarazioni dell’ex attaccante gialloblù.

LA PROMOZIONE. «Il Verona di Martinelli era nel baratro, e per tornare ad alti livelli serviva un’unione incredibile che c’è stata: tutti, società, giocatori, stampa e tifosi, Quando se n’è andato Giannini ci trovavamo in zona play-out, poi arrivò Mandorlini. Che personaggio il mister! Appena arrivato mi provò esterno d’attacco perché non mi conosceva, inoltre se arrivavi al campo vestito di viola ti mandava a casa!».

IL VOLO DI RITORNO. «Ricordo che tornando da Salerno ero in cabina di pilotaggio e mi avevano imbottito di Valium (un calmante, Ferrari ha paura di volare, ndr). Che spasso sentire la voce della torre di controllo: c’era la pista di atterraggio invasa di bandiere gialloblù, e gli altri aerei non potevano partire. Ricordo che il pilota, super tifoso dell’Hellas, disse: “Finché voi chiamate la polizia, io tiro fuori la bandiera”. Mai vista una cosa del genere, sembrava un film!».

RIMPIANTI. «Mi sarebbe piaciuto regalare la Serie A a una persona speciale come Giovanni Martinelli: la gente non può immaginare che cosa ha fatto quell’uomo per l’Hellas. Ricordo che contro il Varese c’erano due rigori su di me… Avrei anche voluto giocare in Serie A negli anni di Toni: avrei fatto la terza punta, aspettando con pazienza il mio turno».

VERONA DA EUROPA. «Secondo me il Verona va in Europa: la squadra ha uno spirito unico. Credo che la ripresa debba preoccupare più le “big” che l’Hellas».

SETTI E JURIC. «Avrei voluto salutare il presidente Setti durante l’ultimo Crema-Mantova, ma non ci sono riuscito. Allora gli ho fatto due gol! Juric? È bravissimo: la sua squadra è atleticamente molto forte, potente, massiccia e brillante».

PAZZINI E “GLI ALTRI”. «Pazzini deve continuare a giocare: quando entra in campo crea scompiglio ed è ancora determinante. Può fare un’altra stagione da protagonista. Mi ha poi impressionato Amrabat, sembra che abbia una calamità ai piedi, e poi c’è Kumbulla: ma quanta personalità ha quel ragazzo? Sembra un veterano!».

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