Pochi palloni toccati, soprattutto in area avversaria, ma i risultati parlano chiaro
Che il calcio italiano sia tattico per antonomasia lo sappiamo tutti, ma forse in pochi si sono accorti della grande varietà di soluzioni adottate quest’anno dalle squadre della Serie A.
In tal senso è molto interessante l’approfondimento presente questa mattina su La Gazzetta dello Sport, all’interno del quale (oltre a Juventus, Lazio, Inter, Atalanta, Roma, Napoli e Milan) compare anche il Verona: nel del pezzo viene infatti analizzato il “3-6-1 difficilissimo da affrontare e che non fa giocare le rivali” con cui la squadra di Juric ha fatto “qualcosa di mostruoso” (ovviamente in senso positivo).
Chiavi di questo Hellas sono “Kumbulla dietro e Amrabat che fa il regista e il marcatore su ritmi impressionanti”, oltre a “i due trequartisti tra le linee (Pessina, Zaccagni e Verre in turn-over)” che “completano la ragnatela”.
I numeri snocciolati poi esaltano il cinismo e il pragmatismo dei gialloblù, i quali nonostante il baricentro basso (49,8 metri) e i pochi palloni giocati a partita (597) e in zona offensiva (17 giocate e 20 palloni in area avversaria), vantano il terzo dato più alto per quanto riguarda le verticalizzazioni (165, dietro solo a Napoli, 171, e Juventus, 179) e, ovviamente, una classifica a dir poco invidiabile e inaspettata a inizio stagione. Insomma, per citare nuovamente la Rosea, “pochi palloni, poche entrate in area, alto quoziente di utilità“.
Di seguito, dunque, la grafica riguardante l’Hellas: