Prima di allenare l’Hellas, il Principe fu uno degli avversario del leggendario Verona “scudettato”
Veloce, rapido, compatto: questi sono solo alcuni degli elogi usati da Giuseppe Giannini, ex tecnico dell’Hellas ma prima giocatore della Roma, per descrivere il Verona dello storico Scudetto.
Raggiunto da L’Arena il Principe ha infatti parlato della squadra di Bagnoli, avendo comunque modo di spendere due parole anche sulla propria (breve e non troppo fortunata) esperienza sulla panchina gialloblù.
Di seguito, dunque, le sue principali dichiarazioni.
IL VERONA 2010/2011. «Il Verona che ho allenato era un’ottima squadra. Sicuramente ho sbagliato qualcosa: il gruppo era importante per la categoria, tanto che poi salì in Serie B con Mandorlini».
MISTER A CONFRONTO. «Liedholm e Bagnoli erano due grandi allenatori. Avevano in comune la forza interiore dei grandi condottieri: in panchina avevano sempre la stessa espressione sia che si segnasse che si subisse gol. Davano sicurezza a tutti e sono stati due grandi maestri di gestione del gruppo».
L’HELLAS “SCUDETTATO”. «Il Verona dello Scudetto incantò tutti: erano potenti, veloci, rapidi e con un gruppo solido. Elkjaer aveva una forza dirompente: il presidente Viola fece di tutto per portarlo alla Roma, ma non ci riuscì. Di Gennaro era un grande interprete del ruolo di regista, e segnava pure! Briegel ed Elkjaer erano già affermati nel mondo, e si inserirono subito nel contesto di Bagnoli. Poi c’erano capitan Tricella, ragazzo forte e sveglio, Galderisi, Bruni… Non dimentichiamo comunque che il Verona aveva già giocato due finali di Coppa Italia ed era stabilmente lassù in cima. Un’impresa simile non si costruisce in un solo anno!».
“CICCIO”. «Mascetti? Grande uomo e dirigente. I suoi preziosi consigli arrivavano solo dopo una brutta partita. Sapevo di aver fatto bene quando mi strizzava l’occhio e non mi diceva nulla».