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Pardo: “Juric è un Ripasso che lavora per diventare un Amarone”

Il noto giornalista Mediaset, raggiunto dai colleghi de L’Arena, ha utilizzato un paragone piuttosto azzeccato per il tecnico gialloblù

Un Ripasso che lavora per diventare un Amarone: è una definizione “particolare” ma decisamente azzeccata quella usata da Pierluigi Pardo per descrivere Ivan Juric.

Il celebre giornalista Mediaset, durante un’intervista rilasciata a L’Arena, non ha tuttavia parlato solo del tecnico gialloblù: dalla quarantena a Osvaldo Bagnoli, passando per Kumbulla ed Elkjaer, andiamo quindi a vedere le sue principali dichiarazioni.

LA QUARANTENA. «In questi giorni sto facendo molte dirette Instagram, poi suono, gioco alla PlayStation e faccio pranzi in videochat con mia madre. Chiaro che, al di là di tutto, c’è un po’ di inquietudine».

LA RIPRESA. «Bisogna provare a ripartire anche nel calcio, ovviamente in sicurezza. Alla fine sarà la politica attraverso il comitato scientifico a dirci se si potrà giocare, ma credo conterà anche quel che faranno gli altri Paesi…».

VERONA. «Di Verona ho immagini bellissime: vista sulla città da Castel San Pietro, la Valpolicella, il Vinitaly… Verona con il Vinitaly e in generale con le grandi fiere si accende di un entusiasmo incredibile!».

JURIC. «Ivan Juric è un bellissimo prospetto di allenatore, è come un Ripasso che sta lavorando per diventare un Amarone. Spero rimanga a Verona sia per lui che per l’Hellas: ci vuole ancora un altro po’ di tempo per rendere ancora più marcata la traccia che sta lasciando».

L’HELLAS. «Il Verona ha lasciato un’orma profonda su questo campionato: ha un’ottima classifica, e l’ha ottenuta attraverso il gioco. Ormai l’Hellas gioca con una sicurezza e con una personalità da grande squadra, come si è visto contro Milan, Lazio e Juventus».

I SINGOLI. «Kumbulla mi sta straconvincendo: anche Rrahmani e Günter stanno facendo bene in quel reparto, ma è chiaro che un classe 2000 sia più interessante da seguire. Pazzini? La sua capacità di resistere al passare del tempo è incredibile: ha un mix di talento ed esperienza che lo rendono ancora decisivo, anche a gara in corso. È l’ideale per qualsiasi allenatore».

IL VERONA DELLO SCUDETTO. «La simpatia che sapeva veicolare l’Hellas 84/85 era incredibile, e poi andando a rileggere la rosa era una grande squadra. È passato tanto tempo, ma l’impresa rimane. Mi piaceva moltissimo Elkjaer, anche perché mi piaceva molto la Danimarca di quei tempi, ma anche Di Gennaro, un buonissimo amico con cui ho condiviso molte telecronache».

BAGNOLI. «Osvaldo Bagnoli è un personaggio leggendario, uno di quelli che ti riportano all’essenza vera del calcio e uno di quegli allenatori che ti fanno pensare anche a quanto siano belle persone e quanto sia bello il gioco. Il suo Verona aveva un profilo “operaio”, ma dava anche spettacolo».

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