La giocatrice gialloblù si è raccontata durante una diretta Instagram “condotta” con Matilde Vitillo, giovane promessa del ciclismo italiano
Una chiacchierata con cui conoscersi meglio, ma anche un modo attraverso in quale far incontrare i mondi del calcio e del ciclismo: questo è stata in sostanza la diretta Instagram “condotta” ieri dalle giovanissime (entrambe classe 2001) Camilla Forcinella (portiere dell’Hellas Verona Women) e Matilde Vitillo (oro agli Europei e ai Mondiali di inseguimento a squadre per la categoria juniores, nonché campionessa europea, sempre juniores, nella specialità corsa a punti).
Durante i quasi quaranta minuti di live, le due atlete hanno infatti potuto scambiarsi aneddoti e raccontare un po’ della propria storia e della propria carriera: di seguito, dunque, le principali dichiarazioni dell’estremo difensore gialloblù.
GLI INIZI. «Ho cominciato a giocare a calcio tardi: dopo aver provato basket, pallavolo, equitazione e nuoto, a circa dodici anni ho provato il calcio grazie a mio fratello. Inizialmente facevo il terzino, poi mi sono sistemata in porta».
VERONA. «Gioco a Verona ormai da cinque anni: ormai mi sento per metà veneta (Forcinella è originaria di Rovereto, ndr), e sono felicissima di poter giocare in questa squadra, per me è come una famiglia».
LA QUARANTENA. «Visto che quest’anno avrò la maturità, anche se ancora non sappiamo come potremo sostenerla, sto sfruttando questo tempo a casa per studiare. Cerco poi di tenermi allenata grazie alle schede che giornalmente ci manda il nostro preparatore atletico: non è facile, ma in qualche modo si fa… Spero comunque di riuscire a tornare al più pesto ad allenarmi con le mie compagne, perché mi mancano tanto».
LA NAZIONALE. «La prima volta in cui fui convocata dall’Italia avevo 16 anni, e non mi rendevo molto conto di cosa stesse succedendo. È bello poter rappresentare il proprio Paese, e ora guardandomi indietro penso: “Wow!”».
LE PARTITE PIÙ BELLE. «Credo che la partita più bella e più sentita della mia carriera sia stata la partita di ritorno contro il Chievo dell’anno scorso: ci giocavamo la salvezza ed era un derby, quindi fu una battaglia. Fortunatamente abbiamo vinto grazie a un gran gol di Veronica Pasini! Tra le sfide giocate in Nazionale ricordo invece una partita contro la Spagna: loro erano campionesse del mondo, ma riuscimmo a pareggiare e fu molto emozionante!».
IL MODELLO. «Mi ispiro a Stephanie Öhrström: è fortissima e per me è come una sorella maggiore. Quando arrivai a Verona lei era il portiere titolare della prima squadra e mi prese sotto la sua ala, insegnandomi molto. Anche adesso, quando ci incontriamo in campo, ha sempre una parola per me, e ogni tanto mi fa commuovere con i suoi complimenti».