Le dichiarazioni del cantautore e tifoso gialloblù tra musica, quarantena e calcio
Massimo Bubola, cantautore veronese, ha parlato al Corriere di Verona:
QUARANTENA. “Qui il lockdown è diverso rispetto al modo in cui lo deve affrontare la maggior parte delle persone. Il nostro posto di lavoro è casa, siamo abituati a star da soli a lungo, con la nostra famiglia”.
CONSIGLI MUSICALI. “La musica cui mi dedico, in genere, non è quella che faccio. Sto ascoltando Händel e Mendelssohn. E poi, come sempre, Wolfgang Amadeus Mozart”.
CAMPIONATO FERMO. “Sembra di essere in estate. Si legge di più, si cucina di più, si guardano più film. Surreale. E, francamente, ancor più surreali sono i giornali sportivi che si sono dovuti specializzare nelle arrampicate sugli specchi…”.
RIPRESA A PORTE CHIUSE. “Il pubblico è il deuteragonista del teatro del calcio. Senza uno dei due attori non c’è, si assiste ad una specie di insensato monologo del coro”.
GIANNI MURA. “Eravamo amici da quarant’anni e condividevamo un grande amore per la letteratura, le canzoni, il vino, il calcio ed il ciclismo. Ricordo sempre la cartolina che mi mandava puntuale a luglio dal Tour de France. Gianni era una persona molto indipendente nel giudizio e nelle scelte. Non accettava alcun tipo di pressione. L’ultima volta abbiamo parlato di un vino del Monferrato, il Ruchè. Era a Senigallia, per prendere un po’ d’aria di mare. A dicembre, nel suo tradizionale articolo di fine anno, fra le 100 cose più significative del 2019 ha inserito due citazioni veronesi: l’allenatore dell’Hellas, Ivan Juric, e Lucia Miller la cantante di cui ho prodotto e scritto l’album “Lampi sulla pianura”.
CALCIO E POESIA. “I poeti hanno sempre celebrato lo sport, basti pensare agli epinici di Pindaro duemilacinquecento anni fa per gli atleti vincitori di Olimpia. Di Vendrame, calciatore estroso, ricordo un libro: “Quel che rimane, le non poesie di un non poeta”, di cui fece una significativa prefazione proprio Gianni Mura”.