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Missione ripresa, ecco il protocollo per il ritorno in campo

Dai test alle partite, passando ovviamente per i ritiri e gli allenamenti, ecco i punti principali del protocollo da seguire

Continua a procedere spedito il “programma ripresa”: come infatti riportato da La Gazzetta dello Sport, mercoledì si terrà una riunione straordinaria (ovviamente in videoconferenza) che vedrà coinvolti tutti i vertici del calcio (Gravina, presidenti, associazioni di giocatori, allenatori e arbitri), ma anche la commissione medica della FIGC e alcuni esperti in campo Coronavirus.

Argomento della discussione saranno ovviamente le modalità di ritorno in campo, un processo che dovrà avvenire in modo graduale: andiamo quindi a vedere i punti principali.

PRIMI MOVIMENTI. I primi piccoli passi riguardano ovviamente la sanificazione totale degli ambienti e le analisi di tutti i giocatori (per gli ex positivi questi saranno più approfonditi): tutto questo si spera tuttavia venga fatto già prima dell’ormai celeberrimo 4 maggio, la data in cui il mondo del calcio ha riposto gran parte delle proprie speranze di ripartenza.

I RITIRI. Il “gruppo squadra” (composto non solo dai giocatori, ma anche dallo staff e da tutti i lavoratori a contatto con gli atleti) vivrà in un ambiente blindatissimo, senza contatti con l’esterno. Il luogo designato sarà, ovviamente, il centro sportivo oppure un luogo da esso poco distante.

GLI ALLENAMENTI. Una volta effettuati tutti i test necessari, si potrà procedere con gli allenamenti, che nella prima fase saranno individuali o comunque a piccoli gruppi, con questi ultimi che saranno soggetti al rispetto delle distanze di sicurezza. Successivamente i negativizzati potranno cominciare ad allenarsi “normalmente”.

LE PARTITE. L’obiettivo finale è ovviamente la ripresa di campionati e coppe, per le quali si valuteranno possibili variazioni: le ipotesi di giocare i campionati italiani al centro-sud e di poter usufruire di cinque sostituzioni sono ancora al vaglio, ma di questo si discuterà probabilmente con calma. A essere sicure sono, invece, le porte chiuse.

E IN CASO DI NUOVA POSITIVITÀ? Quesito decisamente più “immediato” è invece quello riguardante l’eventualità di un nuovo contagio: cosa succederebbe infatti se un calciatore risultasse positivo una volta ripresa l’attività? Al momento la linea è quella dell’isolamento del solo giocatore, al quale seguirà una valutazione caso per caso.

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