L’esterno gialloblù si è raccontato durante le ormai consuete dirette Instagram
Un mese di tempo, troppo poco per mettersi in mostra davanti ai nuovi tifosi: c’è un pizzico di rammarico delle parole di Federico Dimarco, il quale durante le ormai consuete dirette Instagram by Hellas Verona si è concesso alle domande dei propri tifosi.
Andiamo quindi a vedere le sue principali dichiarazioni.
LA QUARANTENA. «Sto bene, sono a casa con la mia famiglia e mi preparo per un’eventuale ripartenza. Mi sono comprato qualche attrezzo e svolgo gli esercizi che ci spedisce il professor Barbero: allenarsi è un buon modo per sfogarsi e far passare il tempo più velocemente».
L’HELLAS. «Il Verona ha dimostrato interesse nei miei confronti sin dai primi di gennaio, forse anche prima, e io ho scelto questa piazza perché è molto calda e qui c’è un allenatore che può darmi qualcosa in più. L’adattamento è stato facile, anche perché qualche compagno di squadra lo conoscevo già. Mi dispiace solo aver avuto così poco tempo per mettermi in mostra e far vedere di cosa sono capace».
LA RIPRESA. «Se si ritornerà, speriamo di ricominciare da dove abbiamo finito, fatta eccezione per la partita contro la Sampdoria. Quello comunque è un match ingiudicabile, giocare senza tifosi non è la stessa cosa…».
I COMPAGNI DI SQUADRA. «Seguo Pazzini sin da quando era all’Inter e io ero giovanissimo, ed è bello averlo in squadra, mentre Veloso è il giocatore che più mi ha impressionato per qualità: ha un gran piede (ride, ndr)! La concorrenza di Lazovic? Avere concorrenza è uno stimolo, e Lazovic sta disputando una grandissima stagione: è un giocatore forte e d’esperienza».
JURIC. «Il mister fuori dal campo è una persona che lascia i giocatori molto tranquillo, ma una volta in allenamento ti tiene sempre sul pezzo: con lui non puoi mollare un centimetro, se no ti riprende subito».
DIMARCO IN CAMPO. «Ho sempre avuto una certa predisposizione al gol perché in carriera ho spesso giocato come esterno d’attacco o a centrocampo nel 4-4-2. È una cosa istintiva, e il modulo del Verona è perfetto per me».
LA JUVENTUS. «Non potevo chiedere esordio migliore: battere la Juventus dopo essere andati in svantaggio non è un’impresa che riesce a molte squadre. Non avevo mai visto 30000 persone al Bentegodi: ci avevo giocato una volta contro il Chievo, ma era vuoto, mentre quella sera c’era davvero un bel colpo d’occhio!».
VERONA CITTÀ. «Verona mi piace davvero molto: quando si poteva uscire, dopo allenamento facevo sempre due passi in centro. Piazza Erbe è davvero molto carina, mentre l’Arena è bellissima!».
Non devi giurarlo, ci crediamo sulla parola
Davide Maggiore
Un grande, quasi quasi uno di noi /=\
X noi il Chievo non e mai esistito , si sono permessi di prenderci i nostri colori sociali e simboli del’Hellas , il solo unico simbolo e la diga , ed i colori bianco azzurro
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