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Pasqualin: “Sistema in crisi ma l’intesa si farà. Non capisco l’atteggiamento dell’Aic”

Le dichiarazioni del noto procuratore ed esperto in diritto sportivo sul taglio degli stipendi e la crisi tra i club di serie A e l’Aic

L’agente Claudio Pasqualin ha parlato al Corriere di Verona della situazione del calcio italiano alle prese con la pandemia da coronavirus:

Come finirà? Un modus vivendi lo troveranno ma arrivarci sarà molto complicato. Parti molto distanti. La proposta di tagliare le due mensilità in cui non si è giocato, quattro se salta la stagione, era una base di partenza. Il presidente Aic, Tommasi, l’ha definita “vergognosa” e non mi sembrano risposte da trattativa sindacale, a meno che non si voglia alzare un muro. Capisco partire forte ma così si esagera, forse ci si disallinea pure con le esigenze della categoria. Credo che nemmeno la gente apprezzi”.

LA POSIZIONE DELL’AIC.Che il sistema si regga un po’ con lo sputo, che ai livelli più alti si basi su plusvalenze più o meno immaginifiche, è fuor di dubbio. Ma i calciatori dovrebbero rafforzare il concetto di solidarietà. A un taglio dovranno adeguarsi, per forza”.

DIRITTI TV. “Per questo si vuole terminare la stagione. D’altronde, la sopravvivenza del sistema deve stare a cuore anche ai giocatori stessi: già il calcio italiano era in crisi, adesso ne affronterà una devastante, con molti club destinati a non farcela. L’atteggiamento dell’Aic non lo capisco. Così facendo sembra lasciare il passo alle singole trattative club-giocatore, delegando ai procuratori la definizione del quadro e abdicando alla sua intrinseca funzione “erga omnes”. E non vorrei si finisse per infarcire i tribunali di cause e liti”.

QUESTIONE BONUS. “Vero. Vedi i bonus sulle prestazioni. O quelli con cui ci si inventano obiettivi “elementari” per i riscatti”.

DIFFERENZE TRA A E B.Giustissimo tenerne conto. È un calcio dove la A e parte della B sono mondi a parte, rispetto ad altre realtà cadette o a quella C che è l’inferno dei dannati. Pochi club solidi come il Vicenza di Rosso, almeno mille giocatori al minimo federale di 26mila euro l’anno. Il professionismo è un’illusione e l’economicità del sistema non regge. Tornerei a una serie A a 18, idem la B, la C massimo due gironi a 18″.

NUOVO PRESIDENTE AIC. “Credo che a questo punto sia giusto cambiare: con tutto il rispetto per Calcagno, un professionista serio, c’è Tardelli alle porte”.

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