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Pazzini: “Eravamo in fiducia, ora però conta la salute. Devo segnare un altro gol…”

Il capitano si è raccontato durante una lunga intervista concessa ai colleghi de La Gazzetta dello Sport

Il senso di responsabilità batte la voglia di giocare. Uomo, padre, marito, calciatore. Da qualunque prospettiva lo si inquadri, Giampaolo Pazzini attende perché l’attesa del piacere è essa stessa il piacere.

Quello di un mondo sereno, di un Verona che concluda la stagione come l’aveva impostata e del gol da professionista numero 200. Ecco la bella intervista a La Gazzetta dello Sport.

Uomo, padre, marito, calciatore: come si vive?
«Come uomo vivo le preoccupazioni per il futuro, fiducioso di tornare gradualmente alla normalità nel bene collettivo. Come padre e marito cerco di usare questo tempo per condividerlo con la famiglia visto che in una stagione normale sei spesso fuori di casa. E come giocatore si prova a restare in forma con un paio d’ore di esercizi quotidiani, anche se il campo è un’altra cosa…».

Come si svolgono le funzioni da capitano al tempo del coronavirus?
«È un gruppo molto responsabile, ci teniamo compagnia su Whatsapp e con le videochiamate. Una parola di conforto, una battuta… Si fa gruppo anche così».

Pensa ogni tanto ai 199 gol da professionista?
«Spesso, era un obiettivo di questa stagione…».

L’Hellas viaggiava a ritmo europeo: quanto pesa la sospensione?
«Tantissimo, ha un peso enorme. Eravamo in fiducia, ma la sospensione sarà un interrogativo per tutte. Ma ora è il tempo della salute».

Il Verona di Juric piaceva per qualità di gioco e continuità di rendimento: quale aspetto ha radici più profonde?
«La continuità perché non abbiamo mai sbagliato un partita. Merito di tutti, Juric e giocatori, perché questa squadra ha un’identità ben precisa».

Il sacrificio quotidiano che stiamo affrontando servirà per…?
«Per tornare a fare ciò che ci piace di più e per apprezzare ciò che davamo per scontato».

Scaramantico o maniacale?
«Maniacale nella preparazione delle partite, la ripetitività di certi gesti mi aiuta a concentrarmi meglio».

Zaccagni positivo al Covid-19, Badu alle prese con la microembolia polmonare e poi con l’uccisione della sorella: un pensiero per i suoi due compagni?
«Appena saputo della positività di Zac ci siamo sentiti, era sereno. Eravamo vicini in pullman quando siamo tornati da Genova… “Ema” ha avuto una stagione terribile umanamente, merita di avere l’opportunità di raddrizzarla giocando perché è un ragazzo a cui non si può altro che voler bene».

Il 2 agosto 1998 lei festeggiava i 14 anni e Marco Pantani vinceva il Tour de France.
«Seguivo il ciclismo in generale e seguii Pantani in quel Tour alla tv. Per me fu un’estate particolare: arrivò il motorino e poi a settembre partii per Bergamo dove iniziai con l’Atalanta nei Giovanissimi. Ricordo ancora le parole di Mino Favini ai miei: “Non so se diventerà un professionista, ma cercheremo di farlo diventare un uomo”».

Suo figlio Tommaso le chiede del momento complicato in cui viviamo?
«Ha 8 anni, capisce e mi chiede aggiornamenti sul virus. Ha compreso che anche un semplice giro in bici in questo momento non è consentito. Un bimbo responsabile, ecco».

Il virus ha colpito diversi calciatori: non siete immuni….
«Siamo più conosciuti come giocatori che come uomini. E invece siamo prima uomini, persone. Quindi è vero che siamo privilegiati, ma abbiamo le nostre paure, i nostri sogni, le nostre speranze. Come tutti».

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4 anni fa

X la prox stagione vestirà la maglia dell’Hellas? ??

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4 anni fa

Il Pazzo. Un n°9 vero o 11 se preferisce ?

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4 anni fa

Se si rigioca, ne fai altri 3 ??

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