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Women, Motta: “Le ragazze mi mancano tantissimo, e anche il Bentegodi”

Intervistata in occasione dell’anniversario di Bardolino-Francoforte, il terzino gialloblù si è raccontata a Hellas Channel

Tifosissima gialloblù, Giorgia Motta è certamente uno dei simboli dell’Hellas Verona Women: nella sua ultraventennale carriera, il terzino scaligero ha infatti trascorso buona parte della sua vita con la maglia gialloblù, anche se parliamo più che altro di quella dell'”antenato” Bardolino.

Raggiunta da Hellas Channel in occasione del dodicesimo anniversario della semifinale di ritorno di Champions contro il Francoforte (il Bardolino rimane tuttora l’unica squadra femminile italiana a essere arrivata fino a quel punto della competizione), la giocatrice veronese nel pomeriggio di ieri si è raccontata tra passato e presente: di seguito, dunque, le sue principali dichiarazioni.

IL “DIGIUNO”. «Questi weekend senza calcio sono strani. Mi manca tantissimo giocare, quando sento le ragazze ne parliamo sempre: sembrerà banale, ma noi viviamo per quello. È sicuramente un argomento delicato, però noi vorremmo tanto tornare in campo… Mi manca poi anche andare allo stadio a vedere la squadra maschile, visto che erano anni che aspettavamo un campionato così!».

L’HELLAS VERONA WOMEN. «Quest’anno ci stavamo divertendo davvero molto: era bello vedere come, nonostante in spogliatoio ci fossero molte età diverse, andassimo tutte molto d’accordo. Le mie “bambine” mi mancano tantissimo!»

“QUELLA” SEMIFINALE… «La semifinale di dodici anni fa è stata l’emozione più bella della mia carriera: ho giocato all’estero e in Nazionale, anche in stadio bellissimi, ma vedere tutta quella gente nel “mio” Bentegodi è stato imparagonabile. Ricordo che provammo a resistere, ma le tedesche erano dei carri armati che correvano per 95′ minuti… Rimane comunque la sconfitta meno amara della mia carriera»

… E QUELLA STAGIONE. «Quell’annata, comunque, fu fantastica: sembrava ci fosse stato un allineamento planetario favorevole, perché fummo anche abbastanza fortunate. Mi viene in  mente quando, durante la rifinitura predente alla partita in casa del Brøndby, venne a trovarci Elkjaer: ci portò molto bene e alla fine spuntammo la qualificazione ai rigori…».

MICHELA LEDRI. «Ho conosciuto Michela quando era ancora giovanissima: ricordo che già all’età di 14 anni giocava come una veterana, dava grande sicurezza ed era già una giocatrice importante. Abbiamo condiviso tante squadre e appartamenti: posso dire di averla vista crescere, per me è come una sorella minore».

TANTE VITTORIE. «Non sono mai stata una che si mette a contare i trofei, però ora, guardandomi indietro, mi accorgo di aver vinto davvero tanto e ovviamente mi fa piacere. Nella mia carriera però ho avuto la fortuna non solo di accumulare trofei, ma anche di incontrare tante belle persone, e questo vale quanto gli scudetti».

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