Il d.s. gialloblù, intervistato da L’Arena, non è sembrato particolarmente in vena di chiacchiere
Non c’è grande voglia di chiacchierare in Tony D’Amico: l’emergenza Coronavirus sembra infatti preoccupare molto il d.s. gialloblù, il quale durante un’intervista concessa ai colleghi de L’Arena non è sembrato particolarmente in vena di rispondere.
Di seguito, infatti, le sue principali dichiarazioni.
PENSIAMO ALL’EMERGENZA. «In questo periodo c’è poco da dire, da parte mia non c’è nulla di personale e nessuna voglia di “fare il prezioso”. Credo che sia un periodo molto delicato per tutti e che lo spazio vada dato a chi davvero sta lavorando per risolvere questa pandemia, ossia medici e infermieri».
IL CALCIO. «Il calcio può aspettare: come ha detto il presidente Setti, prima viene la salute. Noi stiamo attendendo le disposizioni di UEFA, FIGC e Lega. Pure parlare di mercato è impossibile, anche perché anche in questo caso dobbiamo attendere disposizioni: a luglio noi abbiamo contratti che scadono e giocatori che cambieranno squadra (Amrabat e Rrahmani, ndr), quindi dobbiamo sapere come comportarci. Speriamo di sapere qualcosa nei prossimi giorni…».
LO “SMART WORKING”. «In questi giorni cerco di fare da casa ciò che farei in ufficio: sento spesso il mister, che sta bene, ma anche i ragazzi e tutti i componenti del Verona. Guardo poi almeno tre ore di video al giorno: ho filmati e segnalazioni da ogni parte del mondo. Poi, ovviamente, mi dedico alla famiglia».
IL TAGLIO DEGLI STIPENDI. «Noi siamo privilegiati, e lo dico sempre anche ai ragazzi. I sacrifici li fanno altri, in particolare chi è malato oppure chi ha perso o perderà il lavoro».