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Silvestri: “Battere la Juve è stato bellissimo, ma la promozione…”

Il portierone gialloblù si è raccontato durante l’ultima diretta Instagram targata Hellas Verona

Continuano le “interviste 2.0” dei giocatori gialloblù: ospite odierno delle dirette Instagram targate Hellas Verona è stato Marco Silvestri, il quale per una mezz’oretta si è concesso alle domande dei propri tifosi.

Senza perdere tempo, andiamo quindi subito a vedere le sue principali dichiarazioni.

LA QUARANTENA. «Sia io che la mia famiglia stiamo molto bene, e le giornate in compagni passano in fretta. Dobbiamo stare tranquilli, sperare per il meglio e soprattutto restare in casa, così da riuscire al più presto a tornare alla normalità. L’allenamento in casa? Io lavoro tanto sulla rapidità, poi cerco di mantenermi il più in forma possibile e di mangiare bene».

LA STAGIONE. «Quella di quest’anno è stata una stagione speciale: è stata la mia prima da titolare in Serie A, la squadra ha iniziato a girare bene sin da subito e abbiamo raggiunto ottimi risultati, alcuni li definirei anche clamorosi. In generale direi che sono Peccato per questo stop, speriamo di poter tornare presto in campo. La parata più bella? Quella di Roma su Luis Alberto è stata molto bella, però la mia preferita è quella fatta su una punizione di Berardi al Bentegodi: lo stadio è esploso come se avessimo segnato».

LA SERIE A. «L’impatto con la Serie A è stato buono: io cerco di preparare le partite come ho sempre fatto, anche se ovviamente so che bisogna restare sempre sul pezzo perché qui c’è più qualità e quindi ti puniscono di più».

LA JUVENTUS. «Battere la Juventus è stato molto bello e un’enorme soddisfazione per tutti noi: abbiamo battuto una delle squadre più forti del mondo, una formazione che tra le proprie fila ha un giocatore di un altro pianeta come Ronaldo. Credo che da parte nostra sia stata disputata una splendida partita, e penso che i nostri tifosi sarebbero stati fieri di noi anche se il risultato fosse stato diverso. Meglio della promozione con il Cittadella? No, credo che quanto fatto l’anno scorso sia imparagonabile: quando ripenso alla finale di ritorno dei play-off ho ancora la pelle d’oca, e io non sono uno che si emoziona facilmente…».

LE GERARCHIE. «Essere titolare è una grande responsabilità, non è che una volta in cima alle gerarchie si possa fare ciò che si vuole: bisogna dimostrare quotidianamente di meritarsi la fiducia dell’allenatore, e io in allenamento e in partita do sempre tutto per riuscirci. Il rapporto con Radunovic e Berardi? È molto buono: sono entrambi bravi ragazzi e ottimi portieri, e cerco spesso di confrontarmi con loro».

PREPARATORE E ALLENATORE. «Massimo Cataldi è un eccezionale preparatore dei portieri, sono stato davvero molto fortunato a trovarlo. È a disposizione 24 ore su 24 e mi ha fatto tirare fuori il meglio di me. Juric invece ci ha dato un’identità di squadra e ci spinge sempre a dare il 200%, anche in allenamento».

SANGUE FREDDO. «Quando entro in campo sono sempre molto concentrato, a prescindere dalla partita e dallo stadio. Penso sempre che la porta è uguale ovunque e che si gioca sempre in undici contro undici. Io do sempre il massimo, poi si può anche sbagliare, ma l’importante è uscire dal campo senza rimpianti».

COSA MIGLIORARE? «Io credo che si possa sempre migliorare in tutto. Nel mio caso, dovrei lavorare sulla gestione della palla con i piedi: tendo sempre a rischiare il meno possibile e a calciarla lunga anche quando magari potrei giocarla un po’ di più».

IL CALCIATORE E IL PORTIERE. «Per diventare calciatore servono bravura, tanti sacrifici e un po’ di fortuna, anche se quest’ultima arriva a chi se la cerca. Per fare il portiere serve invece una buona dose di follia, perché noi mettiamo le mani e la faccia dove altri mettono i piedi, e spesso ci prendiamo pallonate nello stomaco o in “zone delicate”. I guanti? Io sono l’incubo di Nike Italia: ne distruggo quattro paia al mese e continuo a chiedere loro di mandarmene altri…».

VERONA. «A Verona ho vissuto molte fasi fasi della mia vita, da quando ero un ragazzino al Chievo arrivando fino al presente in cui sono all’Hellas e sono papà. Questa città è come casa mia e mi piace da impazzire: è davvero bella».

I TIFOSI GIALLOBLÙ. «I nostri tifosi sono molto caldi e ci vogliono molto bene. Tante volte mi hanno fatto sentire il loro affetto, e sono fiero di poter uscire di casa a testa alta. Giocare con la Curva Sud alle spalle è bellissimo: ci trasmette forza e ci permette di sfoderare grandi prestazioni. L’unica pecca è che è un po’ lontana dal campo e mi piacerebbe averla più vicina, ma il nostro stadio è fatto così…».

L’INGHILTERRA. «In Inghilterra, mentre ero al Leeds, ho visto stadi bellissimi: magari erano piccoli, ma tutti nuovi e funzionali, e la gente ci andava molto volentieri. Per loro è la normalità andare allo stadio, ecco perché giocano sempre. L’impianto più bello che ho visto è stato quello di Anfield: era tutto esaurito e c’erano 12000 tifosi del Leeds. Impressionate!».

AMRABAT. «Sofyan è un giocatore fortissimo: ha una forza fisica pazzesca, ma ha anche qualità ed è bravo tatticamente. Inoltre è un bravo ragazzo: farà una grande carriera».

IL PICCOLO TOMMY. «L’incontro con Tommy (un piccolo tifosi gialloblù affetto da ittiosi lamellare, una rara malattia della pelle, ndr) è stato praticamente casuale: è entrato in campo con me l’anno scorso prima della partita casalinga contro il Perugia, durante la quale ho parato un rigore. Il giorno dopo sono andato a trovarlo e da lì è nato il tutto. Devo dire che mi ha sempre portato molto bene!».

IL SOGNO NAZIONALE. «Essere convocato in Nazionale sarebbe un sogno, credo che sia la massima aspirazione per un calciatore. AL momento, comunque, non ci penso: so di aver fatto ancora poco in Serie A. Di contro credo tuttavia di non aver ancora messo in mostra tutto quello che posso fare».

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4 anni fa

Silvestri giochi nel verona db …scusa è..?

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4 anni fa

Il piacere è stato nostro !!!???

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