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Laribi: “Ho pianto quando mi hanno cacciato da Verona”

Il fantasista ora in forza al Bari si è raccontato durante una diretta Instagram con i colleghi di DAZN

Una doccia gelata: questo è stato per Karim Laribi la comunicazione, ricevuta lo scorso giugno, con cui il Verona lo ha “silurato” dopo il raggiungimento della promozione: a raccontarlo è lo stesso fantasista italo-tunisino, il quale nel tardo pomeriggio di oggi ha scambiata quattro chiacchiere con il collega Riccardo Mancini di DAZN.

Di seguito, infatti, le sue principali dichiarazioni.

L’EMERGENZA CORONAVIRUS. «Credo che il blocco dei campionati o la cristallizzazione della classifica non siano cose giuste nei confronti di molte società che avrebbero giustamente da ridire se si scegliessero queste vie. Non so come, ma bisognerà inventarsi qualcosa».

RIMPIANTI. «Ho qualche rimpianto per quanto riguarda il mio passato: non ho un carattere semplice, ma qualche volta avrei dovuto arrabbiarmi meno e magari dare qualcosa in più».

LA NAZIONALE TUNISINA. «Il mio rapporto con la Nazionale tunisina si è un po’ rotto: due anni fa dovevo andare al Mondiale, ero stato uno dei giocatori ad aver segnato più gol con il club (Cesena, ndr), avevo giocato anche molte amichevoli con loro e mi era stato detto che sarei stato sicuramente convocato, ma poi non è stato così. Fino a quando non cambierà il presidente della Federazione, non credo tornerò a giocare con la Tunisia».

L’HELLAS. «La promozione è stata molto emozionante: dovevamo recuperare un 2-0 e ho anche segnato. Ho sudato un’intera stagione per una notte di gloria, poi però il 24 giugno mi hanno detto che non avrei fatto parte del nuovo Verona e sono stato “cacciato”: ho pianto, non credevo di meritarmelo. Non aver nemmeno potuto fare il ritiro per poter dimostrare il mio valore è un grande rimpianto. È stata tosta, ma mi sono rimboccato le maniche e sono andato avanti. Quanto mi ha dato Aglietti? Con lui mi sono divertito molto, ma in generale ha dato una grossa mano a tutti».

AMICI GIALLOBLÙ. «Mi ricordo le lunghe partite a briscola con Pazzini, Munari, Almici e Bianchetti: Munari e Bianchetti vincevano sempre! Ho poi ancora in mente tutti gli scherzi fatti a Crescenzi: lui si arrabbiava tantissimo e noi ci divertivamo un sacco!».

PAZZINI. «Il Pazzo è uno dei calciatori più forti con cui abbia mai giocato. È un capitano un po’ rompiscatole quando vede che le cose non sono fatte come vuole lui, ed è giusto così».

LA FORMAZIONE IDEALE. «Una formazione fatta da giocatori a cui mi sono legato molto? 4-3-3: Pegolo; Gazzola, Antei, Bianco, Antonelli; Casarini, Dezi, Matuzalem; Troianiello, Moncini, Masucci».

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4 anni fa

Almeno in ritiro si poteva provarlo…

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